In queste pagine cercheremo, da una parte di raccontare come funziona il Fondo con riferimento all'attività di investimento delle risorse - la gestione mobiliare principalmente - e dall'altra di formarci un nostro parere sulla qualità della gestione e sui risultati ottenuti. L’obiettivo è quello di fornire un apporto - modesto - affinchè ogni uno di noi sia in grado di esprimersi ragionatamente sulla gestione, per maturare, nel voto, decisioni ragionate.

C'è anche una pagina con qualche concetto elementare di "finanza", che ci auguriamo possa interessarti nella tua veste di "risparmiatore".

Se arrivi per la prima volta sul blog, ti suggeriamo di incominciare la tua esplorazione dalla pagina "Perchè". Capirai tutto meglio!

Infine, non dimenticare di iscriverti al servizio di notifica automatica dei nuovi post, lasciando la tua mail qui sotto.

giovedì 5 gennaio 2017

CdA FONDO 8 GIU - 4° - ESODI: COSI' LA QUESTIONE

Riesaminiamo l'effetto degli esodi sul Bilancio Tecnico della Sezione 1° del Fondo Pensione, alla luce anche di spunti di valutazione segnalatici da amici che ci leggono.
Il risultato è che in effetti questo provvedimento pesa sulla Sezione, ma  non abbiamo valide ragioni per chiedere l'intervento delle parti sociali. 

In precedenza...

Nel post che abbiamo pubblicato il 9 dello scorso mese e che abbiamo titolato "Gli esodati non influiscono" (qui) avevamo posto l'attenzione sulla segnalazione che il CdA del Fondo nella sua riunione dell'8 giugno, aveva:
"... proceduto a:
1. considerare l'impatto del nuovo piano strategico di UniCredit che prevede l'adesione volontaria alla Sezione Straordinaria del Fondo di Solidarietà di 1048 iscritti alla Sez. 1° del Fondo di Gruppo..."

Dalla lettura del verbale (qui) della Segreteria Nazionale dell'Unione Pensionati del 23 giugno che riporta la segnalazione, sembrava di capire che tale provvedimento - che nasce dall'accordo sindacale del 5 febbraio 2016 che prevede il ricorso alle prestazioni della Sezione Straordinaria del Fondo Esuberi di settore - avesse un impatto negativo sul Bilancio Tecnico della Sezione 1°, alla quale siamo iscritti noi pensionati "ante", che avrebbe di conseguenza portato ad un altrettanto negativo impatto sulle pensioni.

Premessa la nostra scarsa conoscenza della materia, valutati alcuni documenti reperiti in rete, ci era sembrato poter invece concludere che il provvedimento non avrebbe dovuto avere conseguenze per la Sezione 1°, anche se dubbi rimanevano per via di quel "considerare l'impatto"  che faceva legittimamente pensare che qualche contenuto da "valutare" nel provvedimento, doveva invece esserci.

Auspicavamo chiarimenti dalla Segreteria - che non sono arrivati - ma sono invece arrivate nuove utili informazioni dall'amico Dario di Monza (grazie Dario!) che ci hanno portato a guardare alla questione da una angolatura diversa.
E siamo arrivati alle conclusioni che, se avete la pazienza di sorbirvi anche qualche necessario richiamo normativo, potete leggere di seguito.

La cornice  del provvedimento

Le regole dell'INPS :
in linea generale  per il pensionamento di vecchiaia occorrono, oggi, almeno 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi (65 anni e 7 mesi le lavoratrici dipendenti del settore privato).
Per la pensione anticipata occorrono invece 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) a prescindere dall'età anagrafica.

Le regole del Fondo:
Lo Statuto dice che il diritto alla pensione diretta  prevista dalla Sezione 1° del Fondo, matura quando, (e ci riferiamo solo alle situazioni che qui interessano), siano soddisfatte queste condizioni:
- il Partecipante ante sia cessato dal servizio presso l’Azienda di appartenenza, senza instaurare un nuovo rapporto di lavoro con altra Azienda del Gruppo aderente al Fondo medesimo (art. 22);
- cessi dal servizio dopo aver compiuto il 60° anno di età se uomo o il 55° anno di età se donna,
purché abbia maturato almeno 15 anni interi di partecipazione al Fondo e siano state versate
almeno 15 annualità intere di contributi (art. 23).

Le regole dell'esodo:
Rammentiamo che attraverso l'esodo, viene consentito al lavoratore cui manchi un limitato periodo di tempo al raggiungimento dell'età pensionabile INPS, di anticipare l'uscita dal lavoro usufruendo nel frattempo, e in attesa della pensione, di forme di sostegno economico concordate tra le parti sociali.

L'accordo, per il personale del credito che qui interessa, è quello datato 5 febbraio 2016, che:
- riguarda lavoratori e lavoratrici che maturano il diritto al trattamento pensionistico INPS dall'1/2/2019 al 31/12/2021;
-  prevede la possibilità di cessazione volontaria del rapporto lavorativo 36  mesi prima dell'inizio della prestazione INPS
- prevede, contestualmente alla cessazione del rapporto di lavoro, l'adesione alla "sezione straordinaria" del Fondo Esuberi, che, alimentato dall'Azienda e attraverso l'INPS, garantirà continuità retributiva in attesa della maturazione dei requisiti pensionistici.

Quindi, individuata la data - compresa nei due estremi citati - di diritto alla prestazione INPS del singolo soggetto, costui potrà cessare 36 mesi prima di tale data e iniziare a beneficiare delle provvidenze previste dall'accordo.

Rientrano, secondo la comunicazione del CdA del Fondo, in queste condizioni, 1.048 unità iscritte alla Sezione 1°.

Costoro sono  "partecipanti ante" (ai quali si applicano le regole del Fondo già viste sopra) che, in caso di adesione volontaria e in aggiunta ai provvedimenti economici di carattere generale già visti,   hanno diritto:
a) da una parte, per i 36 mesi - massimo - mancanti al pensionamento INPS, a percepire la pensione a carico della Sezione 1° (infatti cessano di essere dipendenti dell'Azienda e hanno maturato i requisiti di età/contribuzione previsti dallo Statuto del nostro Fondo);
b) dall'altra, e a seguito dell'accordo sindacale citato, al mantenimento - fino a maturazione della pensione INPS -  della contribuzione aziendale al Fondo (a condizione che venga mantenuto il versamento della quota di contribuzione di propria pertinenza).

La situazione vista dal Fondo Pensione

Per quanto si è detto, è evidente che questi 1.048 colleghi "esodandi", sono soggetti che, al  momento dell'iscrizione alla Sezione Straordinaria del Fondo Esuberi, non avranno ancora i requisiti di età previsti dall'INPS (la matureranno nell'arco dei tre anni successivi), ma potranno già iniziare a percepire la pensione della Sezione 1° (in quanto risulteranno cessati dal servizio ed in possesso dei requisiti di età/contribuzione di cui agli artt.  22 e 23 dello Statuto).
 
La pensione del nostro Fondo arriva quindi con tre anni di anticipo rispetto alla pensione INPS.  

Ma il bilancio tecnico del Fondo è redatto assumendo che il dipendente rimanga in servizio - quindi che il Fondo non paghi pensione e continui ad incassare contributi -  fino a maturazione dei requisiti INPS. Oggi, fino a 66 anni e 7 mesi (65 e 7 le donne)

Se il dipendente a 63 anni e 7 mesi  cessa dal servizio attivo e la Sezione 1°  inizia a  pagare, si genera un disavanzo: se prima il B.T. era in equilibrio, dopo l'evento lo stesso potrà solo evidenziare uno squilibrio.

Come abbiamo visto, l'accordo sindacale prevede anche che, per il periodo da esodo a pensione, azienda ed  esodati  possano, ogni uno per la quota di propria competenza, continuare a versare contributi in modo da maturare, a fine periodo, lo stesso totale di contribuzione come se l'esodo non fosse avvenuto.
Per la Sezione, sul piano delle entrate nel triennio, nulla cambia, ma è ovvio che il peso delle uscite - le pensioni pagate in anticipo - è ben lontano dall'essere compensato.

L'effetto negativo sul B.T. diminuisce man mano che passa il triennio, fino ad annullarsi quando finalmente matura, per ognuno degli esodati, l'età INPS.
Oggi però,  rispetto alla previsione, lo scompenso c'è.

Poiché il disavanzo in B.T. si corregge attraverso un intervento al ribasso della percentuale di retrocessione (si riconosce alle pensioni una percentuale minore del rendimento del Fondo - detto altrimenti: il Fondo tiene per sé una quota maggiore di rendimenti - che compensa il peso per le pensioni anticipate degli esodati)  ecco maturati i presupposti per una riduzione dell'assegno.

Questa è la giustificazione "tecnica" all'impatto negativo che il provvedimento dell'Azienda produce sul B.T. della Sezione.

Per la verità, ci imbattiamo in una situazione che genera un identico squilibrio sul B.T., anche quando un collega qualsiasi, a 61 anni per esempio, si licenzi per cambiare lavoro o - se può permetterselo - per starsene a casa a farsi gli affari propri: non avrà la pensione INPS ma ha diritto a quella del Fondo. Unica differenza rispetto alla situazione esodi, che, per il collega che si licenzia spontaneamente, cessa del tutto la contribuzione al Fondo, che  invece permane, come detto, per gli esodati . 

Ma una unità non pesa; quando invece si tratta di 1.048 iscritti l'effetto si fa sentire.

Il peso del provvedimento

Quale sia l'entità di questo effetto, tanto in termini di importo del disavanzo (qualche milione o qualche decina di milioni di Euro?) che il conseguente impatto percentuale sulle pensioni (pochi centesimi  percento o qualche decina di centesimi  percento?)  non viene detto nel verbale della S.N. del 23 giugno del quale ci stiamo in questi ultimi post occupando, e dal quale attingiamo notizie e dati che stiamo ultimamente commentando.

La Segreteria dell'Unione è in possesso di questi dati, ma ha però scelto di non divulgarli omettendone menzione nel verbale della riunione.
Le ragioni non le conosciamo, e comunque critichiamo la decisione.
E alla fine, mancandoci ogni elemento di riferimento, noi possiamo solo fermarci qui.

Ci è noto in ogni caso il risultato finale del provvedimento: la questione esodi sommata alla riduzione del tasso netto di rendimento degli attivi dal 4,25% al 4%, porta il CdA a deliberare di "portare l'aliquota di retrocessione utilizzata nella stesura del B.T. al 31/12/2014 dal 70% al 64% (aliquota di equilibrio)" .
Provvedimento che a sua volta genera, sulle pensioni, gli effetti decritti in quel ipotetico "comunicato"  del nostro post dell'1 dicembre, (qui), scherzoso nella forma, assolutamente serio e reale nei contenuti.   

Se le nostre istanze vengono ignorate

Ma torniamo al provvedimento.

Lo squilibrio generato sul B.T. della Sezione dal provvedimento aziendale sugli esodi, è stata  sottolineata dal nostro rappresentante in CdA alle parti sociali, cui "è stato fatto rilevare...la necessità di intervenire per fronteggiare la situazione degli esodi" (sempre dal verbale S.N. del 23 giugno).
Ma le parti sociali nicchiano, meglio: ignorano la nostra istanza.

Di fronte a questa "non risposta" - che in effetti equivale ad un diniego - la categoria dovrà essere "pronta a tutelare i propri interessi"?

Fermo il fatto che la tutela dei nostri interessi dovrebbe essere il fine che guida sempre  l'azione della S.N., dobbiamo anche essere obiettivi ed imparziali nel valutare le diverse situazioni.
Se le richieste sono legittime e giustificate, le battaglie hanno senso, altrimenti portano solo ad una perdita di credibilità per chi le avvia.

Nella situazione di cui parliamo, non dobbiamo dimenticare che, man mano che  i diversi successivi provvedimenti di legge hanno innalzato l'età cui si accede alla pensione INPS, il B.T. della Sezione, recependo la mutata situazione legislativa, ha via via spostato in avanti l'età in cui il "partecipante ante" diventa "pensionato ante".
 
Difficilmente qualcuno si licenzia  prima di poter ottenere la pensione INPS anche se già potrebbe godere di quella del Fondo.

Rispetto ai 60 anni del Fondo, il partecipante ante versa, oggi, contributi per altri 6 anni e 7 mesi (5 anni e 7 mesi le donne), e di altrettanto gli è spostata in avanti la data in cui comincerà a riscuotere  l'assegno.
Ma l'aspettativa di vita non viene - purtroppo! - spostata altrettanto in avanti,  per cui il Fondo, alla fine, erogherà pensioni per un bel po' d'anni in meno di quanto non sarebbe sulla base del solo articolo 22 dello Statuto.

Tradotto nel linguaggio del B.T., significa che lo stesso ha registrato in passato, a seguito delle modifiche normative che hanno innalzato l'età pensionabile, dei surplus, cioè avanzi tecnici, che hanno creato il presupposto per variazioni al rialzo dell'aliquota di retrocessione, e/o hanno contribuito ad annullare fenomeni di valenza opposta che avrebbero impattato negativamente sul B.T.

Se in quelle circostanze abbiamo di buon grado accettato il "buono" della situazione, abbiamo adesso titolo per rifiutare il "cattivo"?  

La questione va meditata...ma va però meditata tenendo conto di un altra circostanza

Senza possibilità di verifica

Ogni qualvolta trattiamo, in queste nostre pagine, di qualche aspetto che riconduce al B.T., dobbiamo "prendere per buoni" i dati forniti dal Fondo, senza possibilità alcuna di autonoma verifica.

Le conseguenze degli esodi sul B.T. si manifestano "tecnicamente" per le ragioni esposte, ma quanto "valgano" lo sappiamo solo se ce lo dice il Fondo e senza possibilità alcuna né di verifica, né di prova contraria: se il Fondo dice che il peso degli esodi sulle pensioni è "x" percento, quello  noi dobbiamo accettare, ma così sarebbe anche se ci venisse detto che tale peso è il doppio oppure la metà!
Stesso discorso se ci chiediamo se davvero i surplus che le modifiche al quadro normativo devono  aver procurato al B.T. ci sono stati girati, o, in alternativa, quali fossero stati i fenomeni di segno opposto che sono stati compensati. 
E così per tutti gli altri dati che concorrono a formare il B.T.

                               Del B.T. tecnico non sappiamo assolutamente niente!

L'araba fenice  della quale "che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa".

La totale chiusura a fornire informazioni su questo documento, rappresenta un altro elemento di opacità nei confronti degli aderenti.

Alla S.N. va riconosciuto lo sforzo di aver ripetutamente provato ad ottenere il documento, trovando però sempre il più assoluto diniego da parte del Fondo.

Questo è, a nostro giudizio, un punto che dovrebbe vedere la categoria "pronta a tutelare i propri interessi"!

Vedremo se e come saremo disposti a farlo, perchè, senza la certezza sui dati di partenza, il resto diventa solo un inutile esercizio di teoria.

 

PS.: nel frattempo sono usciti i dati al 30 dicembre - cioè fine anno, visto che il 31 era un sabato - relativi al risultato dei sub-fondi lussemburghesi, sulla base dei quali abbiamo aggiornato i grafici nella home page.

Nessun commento:

Posta un commento