In queste pagine cercheremo, da una parte di raccontare come funziona il Fondo con riferimento all'attività di investimento delle risorse - la gestione mobiliare principalmente - e dall'altra di formarci un nostro parere sulla qualità della gestione e sui risultati ottenuti. L’obiettivo è quello di fornire un apporto - modesto - affinchè ogni uno di noi sia in grado di esprimersi ragionatamente sulla gestione, per maturare, nel voto, decisioni ragionate.

C'è anche una pagina con qualche concetto elementare di "finanza", che ci auguriamo possa interessarti nella tua veste di "risparmiatore".

Se arrivi per la prima volta sul blog, ti suggeriamo di incominciare la tua esplorazione dalla pagina "Perchè". Capirai tutto meglio!

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giovedì 1 dicembre 2016

CdA FONDO 8 GIUGNO - 2°: COMUNICATO (IPOTETICO) DEL FONDO

Se il Fondo avesse voluto informare i pensionati, attraverso un comunicato, delle modifiche al Bilancio Tecnico introdotte dal CdA dell'8 giugno scorso, avrebbe potuto scrivere qualcosa di questo tenore...
La forma è di fantasia, ma la sostanza è sconsolante realtà.

L'ipotetica comunicazione

Il verbale di cui abbiamo incominciato ad occuparci nello scorso post, riferisce di intereventi sul Bilancio Tecnico che affrontano tematiche complesse la cui stessa natura ed effetti risulta   sconosciuta alla grandissima parte degli iscritti, per cui qualche parola di commento da parte della Segreteria Nazionale sarebbe stata quanto mai utile.

In mancanza, ci sforzeremo di fare ancora una volta quello che più volte abbiamo fatto: analizzare autonomamente  il problema, al meglio delle nostre capacità ma con il limite degli elementi di cui possiamo disporre, e trarre le nostre conclusioni.
Sempre con l'auspicio che, se queste fossero errate, qualcuno ce lo segnali e ci corregga in modo che possiamo migliorare l'informativa che, con queste pagine, cerchiamo di passare ai colleghi che ci leggono.

Partiamo dai due provvedimenti che toccano direttamente le pensioni: la modifica del tasso annuo netto di redditività e la modifica della percentuale di retrocessione.

Se il Fondo avesse voluto informare i pensionati - questi due provvedimenti toccano solo le pensioni, quindi gli iscritti alla Sezione 1° - attraverso un comunicato, avrebbe potuto scrivere qualcosa di questo genere:

"Cari pensionati,
con la pensione che percepite ogni mese, il Fondo distribuisce anche il rendimento che ci si aspetta possano generare gli attivi della Sezione negli anni a venire.
Questo rendimento -  "tasso tecnico" - è fissato dallo Statuto nel 3,5%.
Al 31 dicembre 2015, il Bilancio Tecnico - che è quel documento attraverso il quale viene periodicamente verificato che gli impegni del Fondo per il pagamento delle pensioni future fino all'esistenza in vita dell'ultimo avente diritto, trovino copertura nel patrimonio attuale del Fondo, maggiorato, tra le altre componenti, dei rendimenti futuri ottenibili dall'investimento del patrimonio stesso - prevede oggi che, a fronte di un tasso di redditività atteso del 4,25% , le pensioni si accrescano solo del 70% di questo valore, cioè del 2,975% (aliquota retrocedibile).
Siccome il Fondo vi sta pagando per il 2016 il 3,5%, quindi di più di quanto retrocedibile,  il Bilancio Tecnico presenterà per il corrente anno un disavanzo.
Il CdA ritiene poi che l'attuale situazione dei mercati non consenta più di considerare realistica la previsione di una redditività attesa del 4,25%.
Il CdA  ridetermina quindi questo tasso nel 4%.
Per "recuperare" la  minor crescita attesa del patrimonio (dal 4,25 al 4%) e ripianare il disavanzo che matura per l'anno corrente, si rende necessario rivedere la percentuale di retrocessione  che viene modificata dal 70 al 64%, determinando nel 2,56% il "retrocedibile" che consente l'equilibrio del B.T.
Quanto sopra con decorrenza 1 gennaio 2016, conguagliando i valori risultanti rispetto al tasso tecnico erogato - 3,5% -  nell'esercizio 2016 in corso.
Il conguaglio risulta pari allo 0,94% (3,50% - 2,56%) e verrà applicato alle pensioni del mese di ..."

Il recupero, pensiamo noi, potrebbe avvenire a carico della mensilità di gennaio prossimo.

Più lontano il rendimento di equilibrio

Fermo che entreremo in maggior dettaglio su tutti questi concetti, la conseguenza pratica di maggior rilievo (a parte ovviamente la decurtazione dell'assegno subito!) è che, con l'approvazione del Bilancio, stabilito il rendimento netto degli attivi della Sezione,  verrà girata alle pensioni una quota minore di quella precedente: dal 70 al 64 %.
Dal risultato verrà come sempre detratto ancora il 3,5% tasso tecnico, e quanto resta - se resta! - andrà alle pensioni.

Ma se prima occorreva un rendimento annuo del 5% per garantire almeno una variazione "zero" all'assegno, adesso questo rendimento di equilibrio si realizza ad un livello del 5,469%.

Il raffronto tra aliquota vecchia e aliquota nuova è il seguente:

Rendimento % attivi
5,000
 
Rendimento % attivi
5,469
ALLE PENSIONI  70%
 
 
ALLE PENSIONI  64%
 
Rendim. Retrocesso (70%)
3,500
 
Rendim. Retrocesso (64%)
3,500
meno tasso tecnico
3,500
 
meno tasso tecnico
3,500
differenza alle pensioni
0,000
 
differenza alle pensioni
0,000

        
E' su questo valore  che deve essere misurata la progressione in corso d'anno del rendimento della Sezione (quel dato che, elaborato dal Fondo, viene comunicato dai nostri Rappresentanti in Consiglio nelle riunioni di Segreteria Nazionale, e che poi noi possiamo  leggere nei relativi verbali).

Questo valore però non ci dà il quadro completo: dobbiamo infatti tenere presente la composizione degli attivi che, come sappiamo, è oggi costituita per il 40% da immobili e per il 60% da titoli.
Perchè il conto torni è necessario che il 40% del rendimento degli immobili sommato al 60% del rendimento dei titoli, porti  almeno  al valore di equilibrio.
Per rispettare queste proporzioni, gli immobili dovrebbero rendere il 5,45% ed i titoli il 5,47%.
Se una delle due componenti rende meno, l'altra deve rendere proporzionalmente di più per compensare.
E  purtroppo gli immobili da anni danno rendimenti modestissimi.

Ipotizzando un rendimento degli immobili  al 2%, per realizzare quel tasso di equilibrio

il rendimento della componente "titoli" dovrebbe essere del 7,781%.

(infatti: 7,781%*60% = 4,669 più 2%*40% = 0,8 ; quindi 4,669 + 0,80 = 5,469%;
con retrocessione al 70% il rendimento di equilibrio era del 7%).

Obiettivo sicuramente poco realistico sia per il generale livello dei mercati, sia per il modello di gestione della componente titoli (modello che genera alla fine quei risultati dei quali ci siamo lungamente occupati anche recentemente).

Intuitivo che, se il rendimento di equilibrio non si realizza (*), il risultato dell'ultima riga della tavola di cui sopra, diventa negativo, il che vuol dire decurtazione della pensione.

A questo punto,  con questi parametri e questi valori di riferimento, provate un po' voi a pensare quando rincominceremo a vedere il segno più su questa benedetta ultima riga!
E su questa considerazione dovrebbe a nostro giudizio essere avviata una seria riflessione per capire se esistono "vie di fuga" accettabili.

Intanto, nel silenzio della Segreteria, si rafforza la nostra convinzione che la stessa, nella sua riunione del 23 giugno scorso, sia stata in  possesso quanto meno del dato di variazione delle pensioni, ma che non l'abbia volutamente divulgato, omettendone menzione nel verbale della riunione.

Sarebbe grave e ingiustificabile.
E saremo felici se saremo smentiti.

(*) una stima al 25 novembre del rendimento della Sezione, può collocare il valore intorno al 4% di cui il 2,2% riveniente da titoli il resto da immobili. Il rendimento di equilibrio su 11 mesi sarebbe del 5,01%.

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