E' una decisione che meglio diversifica i tre Comparti, ma, nell'ottica dei un miglioramento della nostra posizione rispetto ai competitors, ancora non costituisce il tipo di intervento necessario.
L'Asset Allocation
Concludevamo il nostro ultimo post, segnalando che il Fondo
ha messo in atto almeno una iniziativa tesa alla ricerca, per entrambe le
sezioni, di un miglioramento dei rendimenti, certamente conscio che su questo
aspetto si stanno, adesso finalmente, puntando gli occhi degli iscritti, i
pensionati in particolare.
Non è a caso che apertamente si parli - anzi "si
scriva" - di "zainettatura": facciamoci liquidare i soldi delle
nostre pensioni, e ci arrangiamo da soli. Che la zainettatura sia poi possibile
e conveniente è un altro discorso; qui
conta per rimarcare la contestazione che viene fatta ai risultati.
Il Fondo quindi, nell'ottica di cogliere maggiori opportunità
di rendimento, ha modificato nell'aprile scorso, l'asset allocation della
Sezione e Comparti, incrementando la quota azionaria sia della Sezione 1° (a
scapito della componente immobiliare) che dei comparti a 10 e 15 anni. Ora, nel
15 anni, si arriva al 43% di azionario.
Le tabelle riportate alla fine del post, danno una immediata
idea della composizione ed evoluzione
degli attivi, sia della Sezione, che dei Comparti.
Nell'istogramma, ogni barra rappresenta la composizione
delle attività a fine anno, come riportata dal bilancio (le "torte"),
salvo le colonne indicate come "set 14" e "apr 16" che
rappresentano invece l'asset allocation strategica in vigore da quella data
secondo il "documento sulle politiche di investimento" che potete
visionare qui
a pag. 11.
Questa modifica, un risultato positivo lo ottiene per certo:
quello di aumentare la diversificazione tra i tre Comparti della Sezione 2°,
superando l'appiattimento verso il "conservativo" fortemente accentuato
fino a qualche anno addietro.
Oggi il Fondo offre agli iscritti tre linee (escludiamo
quella garantita) con orizzonte temporale ben graduato e ben diversificate
quanto a rischio/rendimento atteso, che forniscono una gamma abbastanza ampia
di opportunità a fronte delle diverse esigenze ed aspettative degli aderenti.
A nostro
giudizio, una buona opportunità per gli iscritti più giovani, che, con un
orizzonte temporale lungo, possono puntare
a rendimenti più elevati assumendo con maggior serenità i maggiori rischi
possibili con il comparto a 15 anni (la scarsa differenziazione dei comparti
era stata da noi sottolineata già tempo addietro ed in varie occasioni).
Altra
conseguenza che questo provvedimento procura, è ovviamente quella di un aumento
del rendimento atteso, anche se su questo aspetto è necessario fare qualche precisazione:
se ho 100
investito per il 30% nello strumento A che rende il 10%, e per il 70% nello
strumento B che rende solo l' 1% (questa è quella che chiamiamo asset
allocation), avrò un rendimento totale del 3,7% (il 10% ponderato al 30% + l'
1% ponderato al 70%). E' evidente che se cambio le percentuali e le porto rispettivamente al 40/60, otterrò - a risultato di A e B invariato - un rendimento totale migliore - il 4,6% - semplicemente per il fatto di investire di più - cioè attribuire maggior peso - nello strumento che da un rendimento più elevato.
Il Fondo,
con riguardo in particolare ai Comparti a 10 e 15 anni, ha messo più attivi
nell'asset con maggior rendimento atteso: l'azionario.
Se le
aspettative si realizzano, il risultato finale nei due Comparti sarà migliore
di quanto sarebbe stato nella situazione ante modifica.Ma se queste aspettative non si materializzano - il rendimento dell'azionario crolla mentre magari sale molto quello dell'asset che abbiamo alleggerito - avremmo ottenuto l'effetto esattamente opposto.
La mossa
del Fondo presuppone quindi che i mercati premino l'asset rischioso in misura
maggiore di quanto non sia per gli altri asset: se i mercati ci aiutano, otterremo
performances migliori, ma se i mercati non vanno in quella direzione, il
risultato potrà essere tutt'altro.
Ribadiamo
il concetto: se i mercati ci aiutano.
Un problema di politiche di gestione
Vuol dire
che oggi noi semplicemente ci accodiamo ai mercati; non facciamo niente - o
molto poco - per adattare la composizione dei nostri attivi alle aspettative
dei mercati.
Noi non
cerchiamo di anticipare i mercati, che
è quello che viene richiesto al gestore. Subiamo, nel bene e nel male, i mercati, perchè lavoriamo principalmente sul controllo del rischio.
Ma il rischio è l'espressione del passato, di quello che è successo fino a ieri; non ci dà nessuna indicazione di quello che potrà succedere domani o nelle settimane o mesi a venire.
Noi
gestiamo gli attivi guardando nello specchietto retrovisore invece che
guardando avanti.
La misura
attuata dal Fondo allora, non risolve il
problema che abbiamo voluto evidenziare noi in queste pagine: abbiamo
detto che i nostri Comparti, a parità di componente azionaria nel benchmark, performano peggio di tutti gli altri Fondi
Negoziali censiti da COVIP.
Se nel
gruppo "30% azionario" siamo i
peggiori, cosa fa credere che, passando nel gruppo "40% azionario" la
situazione cambierà?
Adesso ci
dovremo confrontare con i competitors che hanno in portafoglio la stessa
percentuale del 40% di azionario. E verosimilmente il loro 40% renderà di più
del nostro 40%, così come prima il loro 30% rendeva di più del nostro 30%. E la nostra posizione nel grafico, continuerà ad essere sempre molto a sinistra.
Il
problema non è quindi - solo - di quanto azionario c'è nell'asset allocation,
ma delle modalità di gestione di questo asset, alla stessa stregua di come
vengono gestite tutte le altre componenti degli attivi mobiliari.
Il
problema, come dicevamo nel post precedente, dipende non tanto dalla
conformazione del patrimonio, ma dalla politica di gestione.
Per fare
un parallelo, è come se noi avessimo una Ferrari che corre con il freno a mano tirato e che ci
lascia quindi sempre nelle ultime posizioni (esempio inverosimile, ma spiega
bene l'idea).
Per
migliorare, invece che abbassare il freno ( = cambiare le strategie di gestione),
abbiamo messo in pista una seconda vettura ( = l'incremento dell'azionario) che
però correrà essa pure con il freno a mano tirato. Difficile che il risultato cambi!
Come se
ne viene a capo?
Domanda
difficile che però ha una risposta facile: "facendo come fanno gli
altri".Garantito che il Fondo sa perfettamente in che cosa la politica di gestione che attua, lo differenzi da tutti gli altri, e di conseguenza come si dovrebbe cambiare per cercare di tonificare un po' il livello dei nostri rendimenti.
Alla fine
non cerchiamo "rendimenti da favola", ci accontenteremmo di qualcosa
che ci porti nella media del settore.
Nessun commento:
Posta un commento