In queste pagine cercheremo, da una parte di raccontare come funziona il Fondo con riferimento all'attività di investimento delle risorse - la gestione mobiliare principalmente - e dall'altra di formarci un nostro parere sulla qualità della gestione e sui risultati ottenuti. L’obiettivo è quello di fornire un apporto - modesto - affinchè ogni uno di noi sia in grado di esprimersi ragionatamente sulla gestione, per maturare, nel voto, decisioni ragionate.

C'è anche una pagina con qualche concetto elementare di "finanza", che ci auguriamo possa interessarti nella tua veste di "risparmiatore".

Se arrivi per la prima volta sul blog, ti suggeriamo di incominciare la tua esplorazione dalla pagina "Perchè". Capirai tutto meglio!

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venerdì 11 novembre 2016

RENDIMENTI 2015 - 3°

Il Fondo ha modificato l'asset allocation degli attivi delle due Sezioni, aumentando la quota azionaria.
E' una decisione che meglio diversifica i tre Comparti, ma, nell'ottica dei un miglioramento della nostra posizione rispetto ai competitors, ancora non costituisce il tipo di intervento necessario.


L'Asset Allocation

Concludevamo il nostro ultimo post, segnalando che il Fondo ha messo in atto almeno una iniziativa tesa alla ricerca, per entrambe le sezioni, di un miglioramento dei rendimenti, certamente conscio che su questo aspetto si stanno, adesso finalmente, puntando gli occhi degli iscritti, i pensionati in particolare.
Non è a caso che apertamente si parli - anzi "si scriva" - di "zainettatura": facciamoci liquidare i soldi delle nostre pensioni, e ci arrangiamo da soli. Che la zainettatura sia poi possibile e conveniente è  un altro discorso; qui conta per rimarcare la contestazione che viene fatta ai risultati.

Il Fondo quindi, nell'ottica di cogliere maggiori opportunità di rendimento, ha modificato nell'aprile scorso, l'asset allocation della Sezione e Comparti, incrementando la quota azionaria sia della Sezione 1° (a scapito della componente immobiliare) che dei comparti a 10 e 15 anni. Ora, nel 15 anni, si arriva al 43% di azionario.

Le tabelle riportate alla fine del post, danno una immediata idea della composizione ed evoluzione  degli attivi, sia della Sezione, che dei Comparti.
Nell'istogramma, ogni barra rappresenta la composizione delle attività a fine anno, come riportata dal bilancio (le "torte"), salvo le colonne indicate come "set 14" e "apr 16" che rappresentano invece l'asset allocation strategica in vigore da quella data secondo il "documento sulle politiche di investimento" che potete visionare qui a pag. 11.

Questa modifica, un risultato positivo lo ottiene per certo: quello di aumentare la diversificazione tra i tre Comparti della Sezione 2°, superando l'appiattimento verso il "conservativo" fortemente accentuato fino a qualche anno addietro.

Oggi il Fondo offre agli iscritti tre linee (escludiamo quella garantita) con orizzonte temporale ben graduato e ben diversificate quanto a rischio/rendimento atteso, che forniscono una gamma abbastanza ampia di opportunità a fronte delle diverse esigenze ed aspettative degli aderenti.
A nostro giudizio, una buona opportunità per gli iscritti più giovani, che, con un orizzonte temporale lungo,  possono puntare a rendimenti più elevati assumendo con maggior serenità i maggiori rischi possibili con il comparto a 15 anni (la scarsa differenziazione dei comparti era stata da noi sottolineata già tempo addietro ed in varie occasioni).

Altra conseguenza che questo provvedimento procura, è ovviamente quella di un aumento del rendimento atteso, anche se su questo aspetto è necessario fare qualche precisazione:
se ho 100 investito per il 30% nello strumento A che rende il 10%, e per il 70% nello strumento B che rende solo l' 1% (questa è quella che chiamiamo asset allocation), avrò un rendimento totale del 3,7% (il 10% ponderato al 30% + l' 1% ponderato al 70%).
E' evidente che se cambio le percentuali e le porto rispettivamente al 40/60, otterrò - a risultato di A e B invariato - un rendimento totale migliore - il 4,6% - semplicemente per il fatto di investire di più - cioè attribuire maggior peso - nello strumento che da un rendimento più elevato.

Il Fondo, con riguardo in particolare ai Comparti a 10 e 15 anni, ha messo più attivi nell'asset con maggior rendimento atteso: l'azionario.
Se le aspettative si realizzano, il risultato finale nei due Comparti sarà migliore di quanto sarebbe stato nella situazione ante modifica.
Ma se queste aspettative non si materializzano - il rendimento dell'azionario crolla mentre magari sale molto quello dell'asset che abbiamo alleggerito - avremmo ottenuto l'effetto esattamente opposto.

La mossa del Fondo presuppone quindi che i mercati premino l'asset rischioso in misura maggiore di quanto non sia per gli altri asset:  se i mercati ci aiutano, otterremo performances migliori, ma se i mercati non vanno in quella direzione, il risultato potrà essere tutt'altro.

Ribadiamo il concetto: se i mercati ci aiutano.

Un problema di politiche di gestione

Vuol dire che oggi noi semplicemente ci accodiamo ai mercati; non facciamo niente - o molto poco - per adattare la composizione dei nostri attivi alle aspettative dei mercati.
Noi non cerchiamo di anticipare i mercati, che è quello che viene richiesto al gestore.
Subiamo, nel bene e nel male, i mercati, perchè lavoriamo principalmente sul  controllo del rischio.
Ma il rischio è l'espressione del passato, di quello che è successo fino a ieri; non ci dà nessuna indicazione di quello che potrà succedere domani o nelle settimane o mesi a venire.

Noi gestiamo gli attivi guardando nello specchietto retrovisore invece che guardando avanti.

La misura attuata dal Fondo allora, non risolve il  problema che abbiamo voluto evidenziare noi in queste pagine: abbiamo detto che i nostri Comparti, a parità di componente azionaria nel benchmark,  performano peggio di tutti gli altri Fondi Negoziali censiti da COVIP.

Se nel gruppo "30%  azionario" siamo i peggiori, cosa fa credere che, passando nel gruppo "40% azionario" la situazione cambierà?
Adesso ci dovremo confrontare con i competitors che hanno in portafoglio la stessa percentuale del 40% di azionario. E verosimilmente il loro 40% renderà di più del nostro 40%, così come prima il loro 30% rendeva di più del nostro 30%.
E la nostra posizione nel grafico, continuerà ad essere sempre molto a sinistra.

Il problema non è quindi - solo - di quanto azionario c'è nell'asset allocation, ma delle modalità di gestione di questo asset, alla stessa stregua di come vengono gestite tutte le altre componenti degli attivi mobiliari.
Il problema, come dicevamo nel post precedente, dipende non tanto dalla conformazione del patrimonio, ma dalla politica di gestione.

Per fare un parallelo, è come se noi avessimo una Ferrari  che corre con il freno a mano tirato e che ci lascia quindi sempre nelle ultime posizioni (esempio inverosimile, ma spiega bene l'idea).
Per migliorare, invece che abbassare il freno ( = cambiare le strategie di gestione), abbiamo messo in pista una seconda vettura ( = l'incremento dell'azionario) che però correrà essa pure con il freno a mano tirato.
Difficile che il risultato cambi!     

Come se ne viene a capo?
Domanda difficile che però ha una risposta facile: "facendo come fanno gli altri".

Garantito che il Fondo sa perfettamente in che cosa la politica di gestione che attua, lo differenzi da tutti gli altri, e di conseguenza come si dovrebbe cambiare per cercare di tonificare un po' il livello dei nostri rendimenti.

Alla fine non cerchiamo "rendimenti da favola", ci accontenteremmo di qualcosa che ci porti nella media del settore.
 
 
 
 
 
                            

                                                                                                           

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