In queste pagine cercheremo, da una parte di raccontare come funziona il Fondo con riferimento all'attività di investimento delle risorse - la gestione mobiliare principalmente - e dall'altra di formarci un nostro parere sulla qualità della gestione e sui risultati ottenuti. L’obiettivo è quello di fornire un apporto - modesto - affinchè ogni uno di noi sia in grado di esprimersi ragionatamente sulla gestione, per maturare, nel voto, decisioni ragionate.

C'è anche una pagina con qualche concetto elementare di "finanza", che ci auguriamo possa interessarti nella tua veste di "risparmiatore".

Se arrivi per la prima volta sul blog, ti suggeriamo di incominciare la tua esplorazione dalla pagina "Perchè". Capirai tutto meglio!

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giovedì 3 novembre 2016

RENDIMENTI 2015 - 2°


Il rendimento medio a 5 anni dei tre Comparti della Sezione 2°, mostra impietosamente che stiamo dando agli "attivi" risultati più bassi di quanto otterrebbero se iscritti ad uno qualsiasi degli altri Fondi Negoziali censiti da COVIP. 
Senza considerare il fatto che al nostro Fondo viene "fatta grazia" di una serie di spese di natura amministrativa di cui si fa carico l'Azienda. 
I rendimenti modesti rappresentano un grave pericolo per il Fondo laddove venisse introdotta la portabilità delle posizioni senza  perdita del contributo aziendale.


Spese a carico dell'Azienda

I dati che abbiamo presentato nell'ultimo post, non lasciano dubbi sul fatto che, nella comparazione con gli altri Fondi Negoziali, i tre Comparti della nostra Sezione 2° fanno registrare, nel rendimento medio a 5 anni, il valore più basso.  Che, detto con altre parole, vuol dire essere il Fondo che performa peggio di tutti.

Una precisazione che nasce dalla sintesi della riunione di Segreteria Nazionale del 21 settembre scorso - il verbale non appare ancora sul sito dell'Unione, ma una sintesi è già riportata sul notiziario del Gruppo Campania ("Napul'è" numero 6 del mese di ottobre - qui ) a proposito dell'informativa fornita dall'amico Gatti - Consigliere Supplente nel CdA del Fondo e membro effettivo della commissione mobiliare - relativamente all'andamento della gestione mobiliare.

Così il notiziario riporta quanto riferito dal nostro Consigliere: "Circa la differenza dei rendimenti del nostro Fondo rispetto ad altri dipende non tanto dalla gestione, ma dalla conformazione del patrimonio, a fronte di circa il 50% di immobili del nostro Fondo la media è del 4,43 con evidenti risultati."

Questa sarebbe un'osservazione assolutamente corretta se non fosse che trascura il fatto che le comparazioni che abbiamo fatto noi si riferiscono esclusivamente ai tre Comparti della Sezione 2° nei quali la componente immobili - espressa dalle voci di bilancio "azioni e quote di società immobiliare" + "quote di fondi comuni di investimento immobiliare chiusi" - rappresenta, rispetto al totale attività del comparto, rispettivamente il :
- 6,13% per il comparto a 3 anni
- 3,18% per il comparto a 10 anni
- 3,64% per il comparto a 15 anni
e quindi niente di diverso dalla media di settore.

Morale: il problema dipende non tanto dalla conformazione del patrimonio, ma dalla gestione.
(noi per la verità, sosteniamo "dalla strategia di gestione", piuttosto che dal gestore, o gestori che siano).

Chiuso l'inciso, torniamo a ragionare sui risultati per ricordare che una serie di spese di natura amministrativa sono sopportate - quindi vengono pagate - dall'Azienda (fin che dura!), e non gravano di conseguenza sul valore delle quote.
Si tratta fondamentalmente del costo del personale del Fondo e del corrispettivo per affitti degli uffici.

Non conosciamo la cifra in cui potrebbe quantificarsi la spesa per queste voci (quindi di quanto peggiorerebbero le performaces dei Comparti se gli oneri venissero sopportati direttamente) ma possiamo farcene un'idea confrontarci con un altro Fondo Negoziale simile al nostro (Fondenergia, 40mila iscritti contro i nostri 35mila attivi più 12mila pensionati) per il quale la voce di conto economico che raccoglie queste spese - "saldo della gestione amministrativa" - conta per 1,8 milioni di euro contro i nostri 0,7 milioni .

La differenza di 1 milione di euro circa, ridurrebbe del 2,22% il rendimento netto da attribuire all'esercizio.

Spalmato sulle due Sezioni, il peso sui rendimenti finali sarebbe nell'ordine di pochi centesimi di punto; niente che alteri significativamente il quadro che abbiamo già tracciato nelle nostre tabelle: essere "ultimi" invece che "più ultimi" non cambia la vita.
Ma neanche consola!

Naturalmente il Fondo, laddove cessasse la munificenza dell'Azienda, potrebbe introdurre, a copertura, delle commissioni d'entrata o commissioni annuali a carico dei partecipanti: i rendimenti  non verrebbero toccati, ma il maggior onere graverebbe comunque sulle tasche degli iscritti, e la sostanza non cambierebbe.

Per la cronaca, i nostri 725mila euro esposti come "saldo della gestione amministrativa", sono riferiti al corrispettivo pagato al Gestore Amministrativo (la quota maggiore), alla Società di Revisione, agli Amministratori e Sindaci e per la manutenzione del sito, e  pesano, secondo la tabella a pag. 47 del BU, per lo 0,03% sul rendimento degli attivi di ogni uno dei tre Comparti, e anche della Sezione 1°.
In realtà, se andiamo a leggere con attenzione il bilancio, vediamo che i suddetti 725mila euro sono imputati al conto economico:
-  della Sezione   1° per       € 421 mila,  pari al 58,07%
-  del Comparto   3 anni per € 137 mila, pari al 18,91%
-  del Comparto 10 anni per €   65 mila, pari al   9,03%
del Comparto 15 anni per €   67 mila, pari al   9,22%

Perchè la Sezione 1°, con 1/3 degli iscritti, sopporti i 2/3 di costo non ce lo spieghiamo, così come non ci spieghiamo come la tabella di pag. 47 BU cui accennavamo sopra, riporti la stessa aliquota dello 0,03%,  non solo identica per tutti, ma anche identica da anni a questa parte.

Chiederemo lumi (intanto anche l'Unione potrebbe interessarsi alla cosa...)

Se arriva la portabilità

Lo scorso 21 febbraio, il Consiglio dei Ministri ha approvato un Disegno di Legge (Ddl) sulla concorrenza che, tra l'altro, introduce la facoltà per gli iscritti di un Fondo Pensione, di trasferire la propria posizione ad una qualunque altra forma pensionistica, anche individuale, senza con ciò perdere il diritto all'eventuale contributo aziendale.
E verrebbe anche meno il vincolo che oggi limita l'accesso ad un fondo di categoria - o Fondo Negoziale - ai soli lavoratori di aziende appartenenti a quella categoria (un metalmeccanico oggi si può iscrivere al fondo della sua categoria, nella fattispecie il Fondo Cometa, ma non si può iscrivere al Fonchim che è invece riservato ai chimici).
E i contratti di lavoro nazionali avrebbero divieto di inserire vincoli e condizioni ostative.

Si tratta di un Ddl che dovrà ovviamente affrontare il lungo dibattito parlamentare che già si preannuncia acceso date le posizioni assolutamente contrarie delle parti sindacali e di categoria (chi volesse leggerne di più, può per esempio vedere qui).

Non sappiamo se e quando il Ddl si trasformerà in legge dello Stato, ma è indubbio che la spinta verso l'abbattimento delle barriere che limitano la libertà del consumatore, è un fatto concreto, e  presto o tardi la "lenzuolata" arriverà anche per i Fondi Pensione.

Se la portabilità arrivasse, cosa succederebbe al  nostro Fondo?

Precisiamo innanzi tutto che la questione non riguarda gli iscritti alla Sezione 1° che sono titolari di diritti verso un patrimonio comune e indifferenziato, per cui il loro vincolo con il Fondo è del tipo "fin che morte non ci separi"!
Ma l'iscritto alla Sezione 2°, che nel Fondo ha una sua  posizione individuale, distinta e separata dalle altre , avrebbe il diritto di portare armi e bagagli altrove, senza perdere il contributo oggi erogato dall'Azienda.

Solo per precisare: anche oggi l'iscritto alla Sezione 2° può trasferire la propria posizione ad altro fondo (ad un Fondo Aperto, o ad un Piano Individuale Pensionistico), ma perde il contributo della Banca.
Uscire dal fondo di categoria è oggi quindi un pessimo affare, ed è solo per questo che non ci si muove.  

Se arriva la portabilità, allora vedremo agli sportelli delle Agenzie la coda non di clienti, bensì di promotori finanziari e agenti assicurativi pronti a mettere sotto gli occhi  del collega al di là del bancone una bella tabella come quella che abbiamo visto nel post della scorsa settimana.
Tabella che può posizionare i nostri Comparti ancora più a sinistra, laddove il raffronto venisse esteso ai Fondi Aperti, quelli appunto "venduti"  da quelle macchine da guerra che sono le Reti.

Per il mercato, quanto meno per il nostro mercato dove, purtroppo, il risparmiatore medio non brilla per la sua cultura finanziaria,  i rendimenti pesano molto, molto di più del VAR!

Il nostro Fondo ha oggi tutte le carte in regola per aspettarsi, in una ipotesi come quella sopra delineata, un grosso deflusso di aderenti.
E se il Fondo perdesse grandi masse, potrebbe diventare problematica, o quanto meno poco efficiente,  la gestione stessa.
E allora i guai diverrebbero seri.   

Non è catastrofismo, è un quadro verso cui la realtà potrebbe davvero muoversi, con i pensionati che potranno solo subire gli eventi, non avendo "vie di fuga". 

Il Fondo è a perfetta conoscenza di questi possibili scenari - anzi, certamente avrà molti più elementi di valutazione di quanti ne abbiamo noi - e qualche iniziativa di contrasto l'ha messa in campo.

Quali, ne parleremo in un prossimo post.

 

 

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