In queste pagine cercheremo, da una parte di raccontare come funziona il Fondo con riferimento all'attività di investimento delle risorse - la gestione mobiliare principalmente - e dall'altra di formarci un nostro parere sulla qualità della gestione e sui risultati ottenuti. L’obiettivo è quello di fornire un apporto - modesto - affinchè ogni uno di noi sia in grado di esprimersi ragionatamente sulla gestione, per maturare, nel voto, decisioni ragionate.

C'è anche una pagina con qualche concetto elementare di "finanza", che ci auguriamo possa interessarti nella tua veste di "risparmiatore".

Se arrivi per la prima volta sul blog, ti suggeriamo di incominciare la tua esplorazione dalla pagina "Perchè". Capirai tutto meglio!

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martedì 6 gennaio 2015

A BREVE L'APPROVAZIONE DEL BILANCIO. INTANTO....

L’esercizio 2014 è concluso; i “numeri” sono già scritti, e diventeranno dati ufficiali con l’approvazione del Bilancio.

Prima di essere sottoposti agli Iscritti, verranno discussi ed approvati dal Consiglio di Amministrazione del Fondo, e sottoposti per l’assenso alla Capogruppo. Dopo di ciò il consueto Comunicato Stampa li renderà noti agli iscritti, insieme alla data di convocazione dell’Assemblea Ordinaria indetta per l’approvazione.
Il CdA del Fondo sarà tenuto presumibilmente intorno alla metà del mese di marzo.

Ma in questo CdA non verrà solo discusso ed approvato il Bilancio.

In questa occasione il Consiglio, ai sensi dell’art. 17 comma 2 dello Statuto, è chiamato anche a stabilire il tasso di presunto rendimento da applicare agli attivi (immobiliare + mobiliare) della Sezione I (la procedura non si applica alla Sezione II).
Lo Statuto prevede ancora che tale misura, al netto del tasso tecnico, venga applicata per metà all’assegno pensionistico, con decorrenza retroattiva da gennaio.
Il passaggio avviene attraverso un certo “indice” descritto nel primo comma del predetto articolo 17, ma tale passaggio può in questo contesto essere trascurato in quanto ininfluente.

L’art. 17, tradotto in termini elementari, suona così:
“Cari pensionati, per l’anno in corso stimiamo – noi CdA -  che il rendimento della Sezione sia tot. (= tasso di presunto rendimento).
Di questo rendimento voi avete diritto al 70% (= aliquota di retrocessione attuale).
Poiché le vostre pensioni già incorporano un rendimento del 3,5% (= tasso tecnico), quello che ancora vi spetterà sarà pari alla differenza tra 70% di tot e 3,5%
Di questo valore, vi ne mettiamo la metà subito in busta. 
Se questo valore fosse negativo, in busta vi troverete una decurtazione.
A fine anno poi, sulla base del rendimento effettivamente conseguito, faremo il conguaglio.”     

Per una rappresentazione più efficace, ricorriamo ai numeri del 2014.

Nel CdA del marzo scorso, il rendimento previsto per il 2014 era stato riconfermato nel 4,25%. Presente il livello dell’aliquota di retrocessione, il conteggio è stato il seguente:
-          tasso di presunto rendimento 4,25%, retrocesso al 70%  =
-          tasso di presunto rendimento retrocesso : 2,975 % meno tasso tecnico 3,5% =
-          minor rendimento atteso: - 0,525% applicato per metà =
-          decurtazione pensione con decorrenza gennaio: - 0,2625%
La decurtazione dell’assegno è poi partita con il mese di giugno 2014, e nel mese di dicembre è stato “recuperato” il minor importo relativo ai primi 5 mesi dell’anno. Verificare per credere, i cedolini pensione di tali mesi, alla voce “maggiorazione percentuale”.

Ora, ad esercizio 2014 concluso, si dovranno fare i conti con il risultato effettivamente conseguito dalla gestione, e procedere al conguaglio.
Ipotizzando che si realizzi la proiezione che abbiamo in precedenza formulato di un rendimento finale del 4,70%, il conteggio a conguaglio sarebbe il seguente:
-          rendimento effettivo: 4,70%
-          rendimento retrocesso (70% * 4,70) : 3,29%, meno tasso tecnico: 3,5% =
-          minor rendimento 2014 da imputare a pensioni : 0,21%
-          minor rendimento già imputato in via presuntiva: 0,2625%
-          differenza a conguaglio: più 0,0525%

Nel 2015, dopo l’approvazione del Bilancio, ci verrebbe quindi resa una parte di quello che già ci era stato dedotto nel 2014: sulla base di questi dati è come dire che le nostre pensioni nel 2014 avranno subito una decurtazione inferiore a quella originariamente attesa.
Con risultato finale diverso dal 4,70% che noi indichiamo, fermo il meccanismo di calcolo, dovremo avere un rendimento effettivo pari ad almeno il 5% - il famoso “tasso di equilibrio” – per dar luogo ad un conguaglio che azzeri completamente il prelievo già avvenuto. Con rendimenti finali maggiori, si avrebbe un conguaglio maggiore di quanto non sia stato il prelievo; con rendimenti inferiori, il prelievo potrebbe invece ulteriormente appesantirsi. Staremo a vedere.

Fin qui quel che riguarda l’esercizio trascorso.
Ma il prossimo CdA è chiamato anche a stabilire il tasso di presunto rendimento per il 2015: e tutta la giostra riparte!
 
Per cui, dopo le delibere che accompagnano l’approvazione bilancio da parte del CdA, l’Amministrazione del Fondo procede a due distinti conteggi:
-          il conguaglio tra rendimento presunto e rendimento effettivo relativamente all’esercizio   trascorso  (2014),
-          l’applicazione all’assegno pensione del nuovo anno (2015) del tasso di presunto rendimento.

E circa questo secondo punto, non dimentichiamo che ogni livello inferiore al 5% porterà, già con decorrenza gennaio, ad una decurtazione dell’assegno!

Se alla fine di tutto questo percorso non si è ancora ubriachi, si potrebbe cercare di fare qualche considerazione.

Innanzi tutto, sulla base di quali elementi viene determinato il tasso presunto di rendimento?
Quanto attendibile potrà essere una previsione a 12 mesi?
Vero che possiamo dar per molto probabile un rendimento modesto della componente immobiliare, ma come la mettiamo con la componente mobiliare per la quale l’unica cosa certa che possiamo aspettarci continuerà ad essere una grande volatilità dei mercati, e quindi una grande aleatorietà di rendimento?
Previsione per previsione, perché non essere ottimisti ed indicare - alla grande! – un bel 10% tondo?
Battute a parte, ricordiamoci che negli anni di vacche grasse, era quasi d’uso fissare il tasso di presunto rendimento ad un livello tale che, tenuto conto dell’aliquota di retrocessione al momento vigente, si uguagliasse il tasso tecnico, per cui la variazione dell’indice (cioè della pensione) risultava pari a zero.

Perché oggi si “infierisce” sulle pensioni assumendo una previsione inferiore al tasso di equilibrio (il ché significa, lo ripetiamo ancora, decurtare da subito l’assegno)?
Non si sono – le pensioni -  penalizzate a sufficienza riducendo l’aliquota di retrocessione dall’83% del 2012, al 75% nel 2013,  e ancora più giù al 70% nel 2014? (sull’aliquota di retrocessione dovremo prima a poi fare qualche considerazione; di sicuro, non ci piace!).

Seconda considerazione: quale è la ragione del complicato meccanismo che abbiamo visto sopra?
A noi francamente sfugge!
Ma una cosa ci appare invece molto evidente: tutto questo genera una situazione assolutamente priva di trasparenza, nella quale seguire “i conti” è impossibile.
Non mettiamo assolutamente in dubbio che tutto sia perfetto: i conteggi li fa il computer e quello  non sbaglia.
Vogliamo solo affermare che a noi piacerebbe poter collegare con immediatezza il fatto che, ad un meno tot di rendimento della Sezione, è corrisposta una diminuzione di “x” euro di pensione (e viceversa). Senza anticipi e senza conguagli.
E crediamo anche che questo collegamento “diretto”, porterebbe gli iscritti ed essere più attenti alla gestione e alle vicende del Fondo.

Terza ed ultima considerazione: parliamo di grandezze frazionali, cioè di valori percentuali  modestissimi:  vale la pena di toccare ulteriormente al ribasso l’assegno (ci pensa già l’aliquota di retrocessione) e sacrificare totalmente la trasparenza per un risultato che vale spiccioli?

E veniamo alla ragione per la quale ci siamo inoltrati su questo tema.

Quale posizione terranno i nostri rappresentanti in Consiglio riguardo l’argomento?

La risposta presuppone che la Segreteria dell’Unione abbia in precedenza assunto un proprio orientamento al riguardo.
Non siamo in grado di dire se negli anni passati la Segreteria si sia soffermata su questo tema; certo è che nessun verbale porta traccia che dell’argomento si sia benché minimamente discusso.
Se ne sarà parlato “nei corridoi” come si usa dire in politichese quando si vuol indicare il lavorio sotterraneo della diplomazia, o si sarà semplicemente e acriticamente preso atto di  quanto già deciso dall’Amministrazione del Fondo?

Non pretendiamo che ci venga anticipato un rendimento che magari non si realizzerà. Ci basta un risultato “zero”. Dobbiamo ottenere il “congelamento” di questa variabile!
Se per questo risultato il terreno andrà preparato attraverso una opportuna azione “diplomatica”, non manca certo alla nostra Presidenza la capacità negoziale e relazionale per arrivare all’obiettivo.

Abbiamo probabilmente una sola riunione di Segreteria prima del CdA. Si occuperà di questo argomento....?

2 commenti:

  1. Luciano Benvenuti7 gen 2015, 11:04:00

    Giuseppe,......
    Sei grande !!

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  2. Grazie Luciano!
    Già che ci sei, perché non metti giù qualche osservazione sui contenuti, o solleciti qualche ulteriore chiarimento in modo che facciamo partire un po' di dibattito sui nostri temi?

    RispondiElimina