Finite le vacanze, rincominciano le scuole, riprende anche
il nostro blog!
Vogliamo ripartire con un interessante esercizio di
“pubblicità comparata”!Già nel precedente post del 12 aprile scorso “Rendimento comparti Sezione II”
– questa era la prima parte, la seconda è nel successivo post del 18 stesso mese – avevamo provocatoriamente utilizzato questo termine. Forse non è etimologicamente appropriato, ma rende assolutamente bene il concetto e le finalità che ci eravamo proposti: vedere come si collocano, quanto a risultato, le tre linee della Sezione 2° rispetto alle analoghe linee di altri Fondi Pensione Negoziali.
Sul perché riteniamo raffrontabili questi universi e perché
riteniamo che i dati su cui abbiamo lavorato siano omogenei, lo abbiamo già
dettagliatamente illustrato nel primo dei due post citati.
Tutte le considerazioni allora sviluppate sono sempre
attualissime, e rimandiamo ai due post chi volesse “rinfrescare” i concetti.
Ciò premesso, quella che presentiamo oggi è la collocazione,
a un anno (2013) e a cinque anni (2009/13), dei nostri tre comparti rispetto ad ogni uno
dei 39 fondi che indicano nel proprio
benchmark una componente azionaria non superiore al 30% (questo è il limite
entro cui è ricompresa la quota azionaria dei nostri comparti).
Altri 35 fondi dichiarano una
percentuale azionaria più alta. (v/ tav. 3).
Il triangolino rosso indica la nostra posizione: dal basso
verso l’altro del grafico, rispettivamente, per quanto intuitivo, il comparto a
3, 10 e 15 anni, le cui quote di azionario, nell’asset allocation strategica,
risultano pari, sempre per il 2013, rispettivamente al 9,75% - 20,80% - 27,75%
(invariate rispetto al precedente esercizio, salvo il 10 anni che passa al
20,80 dal precedente 20,75%).
Solo per memoria, la quota azionaria della Sezione 1°
(pensionati) è al 13%.
Chiave di lettura: tutte le palline che, alla stessa altezza
o più basse, si collocano a destra del triangolino selezionato, rappresentano
altrettanti fondi che, con quota azioni uguale o più bassa, hanno ottenuto
risultato migliore; quanto più a sinistra si colloca il triangolino, tanto
peggiore il suo posizionamento rispetto ai “simili”.
La successiva tavola 2 riporta gli stessi fondi posizionati in funzione del rendimento
annuo medio conseguito nei 5 anni da 2009 a 2013 (per alcuni fondi il dato non è
disponibile, quindi il grafico raggruppa un numero minore di fondi rispetto
alla Tav. 1).
Perché ?
Un “perché” che non vuole solo dire “quali sono le cause”.
Noi riteniamo di averne identificate alcune, ma il Fondo, se
solo volesse ricercarle, ha a propria disposizione una schiera di
superconsulenti che possono fornire spiegazioni e rimedi!.
Il nostro “perché” ha il valore di una sollecitazione a
tutti gli Amministratori per valutare – o rivalutare – le strategie del Fondo
nella definizione del mix dei comparti, e le strategie di investimento dei Sub
Fondi in Lussemburgo . Siamo gli ultimi: c’è qualcosa che non va nella nostra
gestione, o in quella di tutti gli altri?
Ha il valore di un richiamo agli Amministratori eletti dagli
attivi per dire che questa direzione non fa l’interesse dei loro rappresentati,
certamente non di quelli che, disponibili ad assumere più rischio, si sono
iscritti al comparto più lungo.
Ha il valore di un invito agli Amministratori eletti
dai pensionati a non dimenticare che la
componente mobiliare della loro “Sezione 1°” segue la stessa identica dinamica
gestionale della Sezione 2°, e se i risultati della Sezione 2° sono deludenti, lo
saranno ancora di più quelli della Sezione 1° per effetto di un asset
allocation ulteriormente più
conservativa di quanto non sia nella linea a tre anni dall’altra parte.
Ha il valore di un segnale d’allarme per gli iscritti, gli
attivi in primis, per ricordare loro che, sui mercati, ogni occasione mancata è
persa per sempre: un punto in meno di rendimento all’anno si traduce nel lungo
periodo in differenze abissali di montante. Vuol dire, a parità di versamenti,
uno zainetto più magro, e quindi una pensione più magra.
Ha il valore, per tutte le parti in causa, di un convinto,
profondo appello ad una maggior partecipazione alla gestione delle attività del
Fondo. E’ auspicabile prima di tutto la presa di coscienza che,
indipendentemente dal fatto dell’essere iscritti al Fondo, è necessario e doveroso
farsi una minima cultura finanziaria. Ed è poi irrinunciabile un maggior
dibattito di tutte queste tematiche in ogni sede utile, dal sito del Fondo, al Sindacato,
ai Gruppi Territoriali dei pensionati, e magari anche su questo blog.
Finiamo con un’ultima tavola che evidenzia quanti Fondi
negoziali sono ricompresi nei diversi gruppi che si possono formare sulla base
della uguale percentuale di azionario dichiarata nel Benchmark.
Azioni asset allocation strategica: comparto 3 anni: 9,75% - 10 anni: 20,80% - 15 anni: 27,75%
Azioni asset al location tattica: ……………….......... 7,39% - ……….. 17,09% - ……….. 24,23%
Il mondo dei Negoziali come si vede, (e anche il nostro di
fatto è un Fondo negoziale) non reputa un azzardo quello di offrire agli
iscritti soluzioni di investimento aggressive.
Il nostro Fondo non conosce questo termine, e ottiene, tra
gli altri effetti, quello di proporre agli iscritti tre linee con una
diversificazione irrilevante. E anche per questo aspetto ci rimandiamo ai
contenuti del due blog dello scorso aprile.
Ci corre infine un
obbligo: la tavola nr 2 con i rendimenti a 5 anni, riferita
all’esercizio 2012 e riportata nel blog dello scorso 18 aprile, contiene un
errore del quale ci dobbiamo scusare.
Il rendimento dei
nostri tre comparti nel calcolo del dato che appare in quella tavola, è erroneamente rapportato a 4 anni, mentre quello di tutti gli altri
Fondi è riferito a 5 anni.
Ne risultano dati non
omogenei che non consentono una corretta equiparazione.
La tavola è quindi da
ignorare.
NB.: I grafici nella home page sono aggiornati con gli ultimi valori disponibili.
NB.: I grafici nella home page sono aggiornati con gli ultimi valori disponibili.
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