Il primo maggio scatterà l’incremento
dal 20 al 26% dell’aliquota di tassazione sulle rendite finanziarie (titoli di
stato, italiani ed europei, esclusi).
Non sarà certamente tutta e solo
colpa di questo incremento, ma avete un’idea di che cosa rimane in tasca al
risparmiatore privato, quindi le famiglie (perché i cosi detti “lordisti”, cioè
gli istituzionali - banche, assicurazioni, fondi, ecc.- non subiscono prelievo
alla fonte, ma portano il capital gain tra le voci che concorrono alla
formazione del reddito complessivo) quando investe i propri risparmi in
strumenti finanziari a basso rischio – e quindi con basso rendimento! – che non
siano il Titolo di Stato?
Il nostro amico NICOLA SELLA – e anche
lui di finanza se ne intende! – ci ha mandato l'elaborato che riportiamo qui sotto.
E senza ricordare la presenza di "diritti di custodia" sull'eventuale dossier titoli in cui viene mantenuto l'investimento...
Il primo maggio sarà la Festa
del Lavoro, ma non sarà certo la Festa del Risparmio.
POST SCRIPTUM annotato il 14 marzo:
Se qualcuno ritenesse esageratamente negativo il nostro commento, può prendere visione qui
del parere di un altro assai noto commentatore (vai in fondo alla pagina, "tassa sul risparmio").
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