compresa la consueta tabella con l'elenco dei rendimenti per singolo comparto dei Fondi Pensione Negoziali, il nostro Fondo Pensione ha pubblicato sul suo sito (qui) un interessante articolo dal titolo "L'erba del vicino non è sempre più verde".
"Abbiamo condotto un’analisi sulla gestione del nostro Fondo a confronto con l'andamento di analoghi fondi del settore evidenziando dei risultati interessanti:
- i rendimenti del comparto garantito risultano sempre superiori alla rivalutazione del TFR e competitivi rispetto ai fondi negoziali. Nel 2016 il rendimento del Fondo è stato pari a 2,27% contro 1,5% della rivalutazione del TFR e 0,8% il rendimento medio dei fondi negoziali
- si conferma il trend di miglioramento del posizionamento del Fondo di Gruppo con una performance delle sezioni/linee superiori alle medie di settore".
I risultati completi dell'analisi sono poi contenuti in un documento cui la pagina rimanda.
A poca distanza di tempo, il periodico dell'Unione -
"La Quercia Nuova" - esce a sua volta con un articolo, "Il Fondo
Pensione Unicredit nel panorama nazionale", che porta la firma dei due
nostri Consiglieri nel CdA del Fondo, nel quale questi argomenti vengono
sostanzialmente ripresi.
Tanta attenzione su gestione e risultati, trova una
spiegazione: il grande malcontento dei pensionati di fronte alla decurtazione
dell'assegno scattata nello scorso giugno. La convinzione diffusa è che,
malgrado i mercati nel 2016 siano andati molto bene, il Fondo non sia in
grado di ottenere risultati in linea.
E' sbagliato, ma pochi, purtroppo, sono in grado
di analizzare il problema nelle sue due componenti: da una parte i rendimenti
conseguiti dal Fondo a confronto con le altre forme previdenziali comparabili,
e dall'altra la natura e l'interazione delle diverse "misure" (tasso presunto
di rendimento, percentuale di retrocessione, indice calcolato e indice
retrocesso, ecc.) che insieme concorrono alla determinazione delle variazioni
annuali delle pensioni, e che hanno influito - e non poco! - sulla
diminuzione.
Sul secondo punto, decisamente più tecnico e complesso,
nessuno, né Fondo né l'Unione, ha mai intrapreso,
nei confronti degli iscritti, la minima iniziativa di "divulgazione"
volta a far acquisire un minimo di familiarità con tutta la problematica che,
alla fine, va ricondotta al Bilancio Tecnico.
Il provvedimento assunto dal CdA del Fondo in sede di
approvazione del B.U. 2016 con cui viene varato un piano di convergenza degli indici
applicati rispetto a quelli calcolati annualmente (art. 29 Statuto), passa sotto silenzio.
Eppure sono proprio gli effetti di questo piano che
determinano la parte più consistente della riduzione nel 2016 (e porteranno ad
una seconda riduzione anche a fronte del risultato 2017).
Anche sui provvedimenti assunti dal Fondo il 20 giugno
scorso (riduzione del tasso presunto di rendimento dal 4 al 3,5% e aumento
dell'aliquota retrocessa dal 64 all'80%) domina il silenzio di chi dovrebbe
venircene ad illustrare e spiegare motivazioni e conseguenze.
E l'affermazione contenuta nelle ultime righe dell'articolo
della nostra rivista, che qualifica
tali interventi come "...più volte commentati..." è da contestare nel modo più assoluto: mai dall'Unione è uscita
una sola riga di "commento" a
queste delibere.Solo attraverso le pagine di questo blog chi scrive ha cercato di supplire a questa "latitanza informativa". E chi ha letto, ha capito!
Sul primo punto invece, cioè "rendimenti", che
risulta più facile da trattare perchè meno tecnico, ecco adesso gli interventi e del Fondo e
dell'Unione.
Questi interventi non
possono che farci piacere.
Da sempre li abbiamo richiesti e sollecitati.
Va riconosciuto che l'Unione già da un po' ha iniziato ad
inserire ne "La Quercia Nuova" articoli che trattano di aspetti organizzativi
e di gestione del Fondo.
Ma mai si era affrontato il tema della redditività e mai si
sono affrontati quegli aspetti tecnici di cui si è detto sopra.
La rivista dell'Unione raggiunge circa 6.000 iscritti.
Seimila pensionati che sapessero, anche solo per grandi linee,
di che cosa si parla quando si parla di rendimenti e variazioni dell'assegno, maturerebbero
6.000 giudizi espressi con cognizione di causa.E seimila giudizi espressi con cognizione di causa diverrebbero un supporto eccezionale all'azione della nostra Unione in difesa delle nostre aspettative.
Benvenuta quindi l'analisi condotta e pubblicata dal Fondo,
benvenuta l'iniziativa dell'Unione di diffonderla attraverso la nostra rivista,
e benvenuto il "pezzo" messo insieme dai colleghi Ebreo e Gatti.
Circa l'Asset
Allcation Strategica (AAS)
Ciò detto, ci sia consentito esprimere anche qualche nostra
considerazione su alcuni punti di questa analisi. Faremo riferimento ai
contenuti apparsi sulla nostra rivista (chi non la riceve, perché non iscritto
all'Unione, la può comunque trovare qui,
pag.7), fermo restando che le considerazioni espresse valgono anche per il
documento che troviamo sul sito del Fondo, dal momento che poi, nella sostanza,
i contenuti non cambiano.
Partiamo dalla tabella che evidenzia l'allocazione (Asset
Allocation Strategica = AAS) dei nostri 3 Comprati e Sezione 1° rispetto al
"Complesso dei Fondi Pensione" (dove peraltro con "Complesso dei
Fondi Pensione" deve intendersi "Fondi Preesistenti Autonomi - come
il nostro - più Fondi Negoziali" , perchè questo è l'universo esaminato dal
Fondo nella sua analisi, come chiarito nelle note metodologiche che aprono il
documento).
Dal momento che l'ISVAP fornisce una disaggregazione del
patrimonio per tipologia di fondo (Tav. 1.16 a pag 39 della Relazione), più
indicativo sarebbe stato confrontare l'asset allocation della Sezione 1° con
quella dei Fondi Pensione preesistenti e, separatamente, l'asset allocation dei
Fondi Pensione Negoziali con quella dei tre nostri Comparti insieme (rapportata
a base 100).
Ne sarebbero originate le due tabelle che riportiamo:
I dati a confronto
risultano maggiormente omogenei, anche se alla fine le valutazioni
relative all'AAS non avrebbero potuto essere diverse da quelle espresse a pag.
9 del documento del Fondo.
La tavola 2 mette anche in evidenza la caratteristica
distintiva del nostro Fondo rispetto al panorama dei Negoziali, la
classificazione dei quali, secondo la definizione COVIP, risulta questa:
- obbligazionario puro: prevede investimento solo in
obbligazioni con esclusione di titoli azionari,- obbligazionario misto: investimento azionario residuale, comunque non superiore al 30%
- bilanciato: la componente azionaria compresa tra il 30 ed il 50%
- azionario: il 50% degli attivi del Fondo è investito in titoli di capitale.
Nel nostro Fondo invece, tutte le asset class investibili -
riconducibili alle categorie elencate nei due grafici, ma identificate nei sub-fondi lussemburghesi in
capo a Effepilux Sicav e Effepikux Alternative - sono contemporaneamente
presenti in ogni uno dei tre Comparti (e nella Sezione 1°), ma con pesi diversi
a seconda dell'arco temporale di riferimento.
A questa particolarità dell'AAS, si aggiunge l'utilizzo di
strategie "passive" (replica dell'indice di riferimento, senza
ricerca di extrarendimenti rispetto allo stesso) nella gestione della
maggior parte delle componenti che entrano in ogni uno dei sub-fondi
("documento sulle politiche di investimento" pag 12 e All. 1 qui
).
Le due caratteristiche insieme, portano, in termini di
risultato e in linea di massima, a che con mercati avversi si portino a casa
perdite ma non disastri, e con mercati favorevoli si abbiano performance
positive ma mai brillanti (riprenderemo l'argomento "performance" più
avanti).
Ma le due caratteristiche insieme, portano anche ad una riduzione del rischio, cosa certamente apprezzabile ma a condizione
che la riduzione del rischio a tutti i costi non si trasformi in eccessiva
penalizzazione dei risultati!
Il nostro Fondo è - o almeno fin qui è stato - come un
vestito buono per tutte le stagioni: uno può scegliere se il vestito debba
essere un po' più leggero o un po' più pesante, ma si ritroverà sempre vestito un
po' troppo leggero in inverno, e vestito un po' troppo pesante in estate.
Vedremo nel prossimo post - che seguirà a brevissimo - se le
performance 2016, che il documento del Fondo colloca "al top del range dei
rendimenti" per quanto riguarda la
Sezione II°, ci regalano finalmente un vestito estivo ed uno invernale!
P.S.: abbiamo
riportato all'inizio le prime righe dell'articolo del Fondo Pensione.
Leggendo il
primo a-linea, dobbiamo dire di essere rimasti un po' confusi.I termini utilizzati ci sembrano ingenerare confusione.
Senza che nessuno se ne offenda, lo riproponiamo cosi:
i rendimenti del comparto garantito risultano sempre superiori alla rivalutazione del TFR e
competitivi rispetto ai fondi negoziali. Nel 2016 il rendimento di questo comparto del Fondo è
stato pari a 2,27% contro 1,5% della rivalutazione del TFR e contro lo 0,8% di rendimento
medio dello stesso comparto nei Fondi negoziali
IL FONDO PENSIONI È QUELL'UNIVERSO MISTERIOSO NEL QUALE NON È MAI STATO DATO DI ENTRARE NEI SEGRETI MEANDRI. FORSE CHIEDENDO UNA ANALISI APPROFONDITA AD UNA SOCIETÀ DI REVISORI SCELTA DAI SOCI SI ARRIVEREBBE A SAPERE COME E DOVE SONO STATI INVESTITI I SOLDI DEI SOCI. SE GLI INVESTIMENTI SONO MINIMI È COLPA NOSTRA CHE NON ABBIAMO CHIESTO CONTO DI QUANTO SUCCEDEVA.
RispondiEliminaHai ragione: se noi iscritti siamo i primi a trascurare i nostri interessi disinteressandoci di quanto avviene nel Fondo, certamente non abbiamo poi titolo per lamentarci. Fermo inoltre il fatto che, con un po' di maggior interesse, accompagnato da un po' di buona volontà e pazienza, avremo una visione più chiara di quello che succede "nei segreti meandri".
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