In queste pagine cercheremo, da una parte di raccontare come funziona il Fondo con riferimento all'attività di investimento delle risorse - la gestione mobiliare principalmente - e dall'altra di formarci un nostro parere sulla qualità della gestione e sui risultati ottenuti. L’obiettivo è quello di fornire un apporto - modesto - affinchè ogni uno di noi sia in grado di esprimersi ragionatamente sulla gestione, per maturare, nel voto, decisioni ragionate.

C'è anche una pagina con qualche concetto elementare di "finanza", che ci auguriamo possa interessarti nella tua veste di "risparmiatore".

Se arrivi per la prima volta sul blog, ti suggeriamo di incominciare la tua esplorazione dalla pagina "Perchè". Capirai tutto meglio!

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mercoledì 13 novembre 2013

LA GESTIONE DELLA COMPONENTE MOBILIARE DEL FONDO PENSIONE : 6° IL BENCHMARK


Se voglio investire sul mercato azionario Italia, il mio benchmark non potrà che essere il FTSE MIB e con la mia gestione cercherò di fare meglio dell’indice (“battere il benchmark”).
Quando l’investimento è diversificato su più mercati, o aree geografiche, o settori merceologici, il benchmark è una combinazione dei diversi indici che rappresentano i singoli mercati/aree/settori, pesati in modo di riflettere l’obiettivo d’investimento del gestore (voglio investire il 40% in Europa, il 40% negli USA, il 20% in Giappone: costruirò per il mio portafoglio un benchmark con il 40% dell’indice che riflette il mercato Europa, il 40% mercato USA, 20% Giappone). 
Il benchmark deve essere coerente con gli obiettivi d’investimento (nell’esempio di cui sopra, se non voglio investire sui Mercati Emergenti, non dovrò inserire nel benchmark l’indice relativo) e, all’inverso, gli investimenti effettuati devono essere coerenti con il benchmark (non posso investire sui Mercati Emergenti se non l’ho dichiarato nel Benchmark).
Se il benchmark riflette il mercato di riferimento, attraverso il benchmark giudico, a posteriori, i risultati della gestione, raffrontando il risultato dell’uno con quello dell’altra.  
Ritornando ai nostri sub-fondi, abbiamo visto che ogni uno di essi investe in uno specifico segmento di mercato e quindi, per ogni uno di essi, il CdA ha a suo tempo definito – indicando quali indici e in quale percentuale si combinano – i singoli benchmark che riflettono l’asset allocation strategica identificata per quel sub fondo.
La performance del sub fondo, dipende però non solo dall’andamento dei mercati di riferimento riflessa dal benchmark e realizzata dalla parte “core” del sub-fondo (la quota di attivo gestita in modo da replicare il più fedelmente possibile il mercato di riferimento), ma anche dalla capacità del gestore di riuscire a dare “qualcosa in più” attraverso la gestione della residua parte di attivi (parte “satellite”) gestita in maniera dinamica con l’obiettivo di fare meglio del benchmark.
A livello superiore, la performance del Comparto/Sezione è anche influenzata da eventuali interventi di natura tattica, che, come si diceva sopra, hanno come obiettivo quello di scostare temporaneamente la composizione degli attivi effettivi del Comparto/Sezione dall’asset allocation strategica, per contrastare – o prendere ulteriore vantaggio - da situazioni eccezionali, o valutate tali. Interventi di questa natura, generano uno scostamento del rendimento del fondo dal rendimento del benchmark, in positivo o negativo a seconda che le aspettative del gestore si siano o meno concretizzate.

E’ bravo il gestore che batte il benchmark!
 
Ulteriore elemento di non scarsa influenza sul risultato della Sezione/Comparto, è rappresentato dai flussi d’investimento, che nascono dall’apporto a Effepilux da parte del Fondo, di liquidità da investire (i contributi) o, in senso contrario, dall’esigenza del Fondo di liquidità (pagamento pensioni/riscatti/trasferimenti) e la conseguente richiesta a Effepilux di disinvestimento.
Investire in un momento di calo del mercato, e dover disinvestire quando il mercato gira al rialzo, significa prendere la perdita e mancare il guadagno.
E questo risultato non è imputabile al gestore, ma alle esigenze finanziarie del “cliente”, che può solo cercare di “gestire” il fenomeno attraverso un programma di controllo dei flussi (ALM, asset liability management), programma che il Fondo sta implementando.
Per valutare il risultato - “ il 5,51% della mia Sezione, è un risultato buono o cattivo?” – dovrei poter dare un valore a ogni uno di questi “contributori”, ma il bilancio non ne esplicita nessuno. 
Solo recentemente il Fondo ha pubblicato sul sito, alla sezione "bilanci", un documento del Gestore dei sub-fondi (Effepilux) che fornisce - peraltro in inglese -  i risultati dei diversi benchmark, insieme ad altre informazioni. 

Sul documento - KIID - torneremo più avanti.
 
Dovremmo parlare anche dell’aspetto “rischio” - la volatilità - ma ci limiteremo a rammentare che, di norma, maggiore rendimento si ottiene esponendosi a maggiore rischio, e di converso, contenere il rischio significa rinunciare a possibili maggiori rendimenti, e rammentare ancora che è più bravo il gestore che a parità di rischio ha ottenuto rendimento maggiore, oppure viceversa, a parità di rendimento si è esposto a rischio minore.
Anche qui comunque, il solo dato fornito dal Bilancio sulla “rischiosità del portafoglio”, non è segnaletico.
Concludiamo queste note sottolineando un aspetto che certo non sarà sfuggito: i meccanismi e le problematiche accennate, non sono specifiche della Sezione 1° o della Sezione 2°; riguardano il Fondo nella sua interezza: toccano le pensioni, ma anche gli zainetti!
E per questo meritano l’attenzione di tutti, ma proprio tutti, gli aderenti al Fondo.
 

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