Se voglio investire sul mercato
azionario Italia, il mio benchmark non potrà che essere il FTSE MIB e con la
mia gestione cercherò di fare meglio dell’indice (“battere il benchmark”).
Quando l’investimento è diversificato su più mercati, o aree geografiche, o settori merceologici, il benchmark è una combinazione dei diversi indici che rappresentano i singoli mercati/aree/settori, pesati in modo di riflettere l’obiettivo d’investimento del gestore (voglio investire il 40% in Europa, il 40% negli USA, il 20% in Giappone: costruirò per il mio portafoglio un benchmark con il 40% dell’indice che riflette il mercato Europa, il 40% mercato USA, 20% Giappone).
Quando l’investimento è diversificato su più mercati, o aree geografiche, o settori merceologici, il benchmark è una combinazione dei diversi indici che rappresentano i singoli mercati/aree/settori, pesati in modo di riflettere l’obiettivo d’investimento del gestore (voglio investire il 40% in Europa, il 40% negli USA, il 20% in Giappone: costruirò per il mio portafoglio un benchmark con il 40% dell’indice che riflette il mercato Europa, il 40% mercato USA, 20% Giappone).
Il benchmark deve essere coerente
con gli obiettivi d’investimento (nell’esempio di cui sopra, se non voglio
investire sui Mercati Emergenti, non dovrò inserire nel benchmark l’indice relativo)
e, all’inverso, gli investimenti effettuati devono essere coerenti con il
benchmark (non posso investire sui Mercati Emergenti se non l’ho dichiarato nel
Benchmark).
Se il benchmark riflette il
mercato di riferimento, attraverso il benchmark
giudico, a posteriori, i risultati della gestione, raffrontando il
risultato dell’uno con quello dell’altra.
Ritornando ai nostri sub-fondi,
abbiamo visto che ogni uno di essi investe in uno specifico segmento di mercato
e quindi, per ogni uno di essi, il CdA ha a suo tempo definito – indicando
quali indici e in quale percentuale si combinano – i singoli benchmark che
riflettono l’asset allocation strategica identificata per quel sub fondo.
La performance del sub fondo,
dipende però non solo dall’andamento dei mercati di riferimento riflessa dal
benchmark e realizzata dalla parte “core”
del sub-fondo (la quota di attivo gestita in modo da replicare il più
fedelmente possibile il mercato di riferimento), ma anche dalla capacità del
gestore di riuscire a dare “qualcosa in più” attraverso la gestione della
residua parte di attivi (parte “satellite”)
gestita in maniera dinamica con l’obiettivo di fare meglio del benchmark.
A livello superiore, la
performance del Comparto/Sezione è anche influenzata da eventuali interventi di
natura tattica, che, come si diceva sopra, hanno come obiettivo quello di
scostare temporaneamente la composizione degli attivi effettivi del
Comparto/Sezione dall’asset allocation strategica, per contrastare – o prendere
ulteriore vantaggio - da situazioni eccezionali, o valutate tali. Interventi di
questa natura, generano uno scostamento del rendimento del fondo dal rendimento
del benchmark, in positivo o negativo a seconda che le aspettative del gestore
si siano o meno concretizzate.
E’ bravo il gestore che batte il benchmark!
E’ bravo il gestore che batte il benchmark!
Ulteriore elemento di non scarsa
influenza sul risultato della Sezione/Comparto, è rappresentato dai flussi d’investimento,
che nascono dall’apporto a Effepilux da parte del Fondo, di liquidità da
investire (i contributi) o, in senso contrario, dall’esigenza del Fondo di
liquidità (pagamento pensioni/riscatti/trasferimenti) e la conseguente
richiesta a Effepilux di disinvestimento.
Investire in un momento di calo
del mercato, e dover disinvestire quando il mercato gira al rialzo, significa
prendere la perdita e mancare il guadagno.
E questo risultato non è
imputabile al gestore, ma alle esigenze finanziarie del “cliente”, che può solo
cercare di “gestire” il fenomeno attraverso un programma di controllo dei
flussi (ALM, asset liability management), programma che il Fondo sta
implementando.
Per valutare il risultato - “ il
5,51% della mia Sezione, è un risultato buono o cattivo?” – dovrei poter
dare un valore a ogni uno di questi “contributori”, ma il bilancio non ne
esplicita nessuno.
Solo recentemente il Fondo ha pubblicato sul sito, alla sezione "bilanci", un documento del Gestore dei sub-fondi (Effepilux) che fornisce - peraltro in inglese - i risultati dei diversi benchmark, insieme ad altre informazioni.
Sul documento - KIID - torneremo più avanti.
Sul documento - KIID - torneremo più avanti.
Dovremmo parlare anche
dell’aspetto “rischio” - la volatilità
- ma ci limiteremo a rammentare che, di norma, maggiore rendimento si ottiene
esponendosi a maggiore rischio, e di converso, contenere il rischio significa
rinunciare a possibili maggiori rendimenti, e rammentare ancora che è più bravo
il gestore che a parità di rischio ha ottenuto rendimento maggiore, oppure
viceversa, a parità di rendimento si è esposto a rischio minore.
Anche qui comunque, il solo dato
fornito dal Bilancio sulla “rischiosità del portafoglio”, non è segnaletico.
Concludiamo queste note
sottolineando un aspetto che certo non sarà sfuggito: i meccanismi e le
problematiche accennate, non sono specifiche della Sezione 1° o della Sezione
2°; riguardano il Fondo nella sua interezza: toccano le pensioni, ma anche gli
zainetti!
E per questo meritano
l’attenzione di tutti, ma proprio tutti, gli aderenti al Fondo.
Nessun commento:
Posta un commento