In queste pagine cercheremo, da una parte di raccontare come funziona il Fondo con riferimento all'attività di investimento delle risorse - la gestione mobiliare principalmente - e dall'altra di formarci un nostro parere sulla qualità della gestione e sui risultati ottenuti. L’obiettivo è quello di fornire un apporto - modesto - affinchè ogni uno di noi sia in grado di esprimersi ragionatamente sulla gestione, per maturare, nel voto, decisioni ragionate.

C'è anche una pagina con qualche concetto elementare di "finanza", che ci auguriamo possa interessarti nella tua veste di "risparmiatore".

Se arrivi per la prima volta sul blog, ti suggeriamo di incominciare la tua esplorazione dalla pagina "Perchè". Capirai tutto meglio!

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giovedì 31 marzo 2016

LE MODIFICHE STATUTARIE 2016


Sul sito del Fondo Pensione (qui) è apparso da qualche giorno l'avviso che porta le date di convocazione dell'Assemblea degli iscritti: il CdA ha fissato, per la seconda convocazione, i giorni  dal 27 maggio al 17 giugno 2016.

Saremo chiamati ad esprimerci, oltre che sui soliti argomenti di "ordinaria amministrazione", anche su alcuni argomenti di natura "straordinaria".

In attesa di leggere i comunicati che certamente verranno dalla Segreteria Nazionale, vogliamo incominciare noi ad esprimere alcune nostre considerazioni (trovi qui le modifiche statutarie di cui trattasi)

Sulla "parte ordinaria", l'Assemblea è chiamata a deliberare :

a) Sull'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2015:
non sono ancora stati comunicati i risultati definitivi delle due Sezioni, ma diamo per certo che    saranno risultati "magri".
Lo saranno per via dell'andamento deludente dei mercati nel 2015 - i nostri Sub-fondi si collocano mediamente intorno alla parità, con l'Azionario che, dopo un buon primo semestre, ha stornato violentemente nel secondo, concludendo ad appena un + 2,52%;  - cui sembrerebbe aggiungersi un altrettanto deludente risultato della componente immobiliare (malgrado il brillante risultato del sub fondo Alternativo Real Estate - + 17,10% - presente però in misura modesta nelle asset allocation), cui infine si aggiunge il consueto "stile di gestione" del Fondo che fa si che i nostri tre Comparti si collochino nelle ultime posizioni nel raffronto con gli analoghi comparti del mondo dei Fondi Negoziali (e se non "brillano" i Comparti, anche la Sezione 1° sarà nella stessa situazione, attingendo alla identica "materia prima" cioè i sub-fondi lussemburghesi)  (leggi).

Questi risultati non rappresentano comunque motivo sufficiente per dire di no al bilancio.

b) Sull'elezione dei Consiglieri e dei Sindaci effettivi e supplenti in rappresentanza dei Partecipanti e dei Pensionati.
Anche sull'importanza di avere in Consiglio buone competenze specifiche in materia di finanza e gestione del risparmio abbiamo detto ripetutamente.
Per quel che riguarda i rappresentanti dei pensionati - 1 Consigliere effettivo ed 1 supplente, più 1 Sindaco -  aspettiamo le indicazioni dei Gruppi Territoriali e quindi quelle della Segreteria, e vediamo...
Per quel che riguarda i rappresentanti dei Partecipanti, auguriamoci che anche da parte sindacale questi messaggi vengano raccolti.

Gli altri due argomenti all'ordine del giorno della parte ordinaria, sono di routine, e non ci soffermiamo.

Sulla "parte straordinaria", l'Assemblea è invece chiamata a deliberare modifiche statutarie importanti.
 
Si tratta delle:
"modifiche statutarie necessarie per la confluenza nel Fondo Pensione di Gruppo delle forme pensionistiche aziendali complementari denominate “Fondi Interni” in essere nel Gruppo UniCredit per effetto degli accordi intercorsi tra UniCredit Spa e le Aziende del Gruppo con le Rappresentanze Sindacali in data 10 novembre 2015".

L'argomento "confluenza Fondi" trova qualche riga di commento nel  verbale dell'ultima Segreteria Nazionale (12 febbraio): "Molta attenzione andrà dedicata all'argomento..."
Dato che però sulla questione il Fondo ha veramente "bruciato le tappe" e ci sottopone già le  modifiche da apportare allo Statuto, vale la pena iniziare ad analizzare un po' in dettaglio non solo l'argomento, ma anche il "peso" delle modifiche statutarie proposte.

Premesso che nella descrizione delle situazioni in essere dobbiamo necessariamente fare delle semplificazioni, che tuttavia non alterano la sostanza dei fatti, incominciamo con il ricordare che, quale conseguenza delle numerose acquisizioni realizzate da Unicredit nel corso di questi anni, la Banca si è trovata ad acquisire anche altrettanti Fondi Pensione Aziendali - 52 per la precisione - ogni uno con un proprio regolamento per quanto riguarda la gestione, ed ogni uno con il proprio bagaglio di soggetti già in pensione e soggetti iscritti ma ancora in servizio.

In questo universo di Fondi "acquisiti", due sono fondamentalmente le tipologie rilevanti (ci si passi il linguaggio non strettamente tecnico/giuridico):

- i Fondi "Interni" : quelli che non hanno un assetto patrimoniale proprio, autonomo e separato da quello della Banca di riferimento.  Il patrimonio  di competenza è inglobato nel patrimonio della Banca, e trova collocazione nel bilancio della Banca stessa,  un po' come il TFR lasciato in azienda.
Il patrimonio di competenza è costituito, detta in termini banali, da soldi  della Banca e non del Fondo, ed è la Banca e non il Fondo a rispondere degli impegni verso gli aderenti.

- i Fondi "Autonomi" : quelli - come il nostro - con totale autonomia patrimoniale rispetto al patrimonio della Banca.
Hanno propri Organi Amministrativi ed un proprio Bilancio.
Il patrimonio è patrimonio del Fondo e non della Banca, e degli impegni verso gli aderenti risponde il Fondo non la Banca.

Detto questo, la strategia della Banca risulta bene riassunta nella nota che appare a pag 302 della "Relazione e  Bilancio 2015" (che è già consultabile sul sito (qui)):
 
"Fondi pensione interni
Nell’ambito dell’attuazione del Progetto Industriale 2018 e in risposta alle esigenze di razionalizzazione dei costi, semplificazione amministrativa e stabilità del sistema previdenziale aziendale, Azienda e Organizzazioni Sindacali in data 8 ottobre 2015 hanno stipulato un Accordo ‘programmatico di percorso’ per la realizzazione, in piu’ fasi di confronto, di un generale piano di riordino del sistema stesso. In data 10 novembre 2015, a esaurimento della prima fase, è stato quindi stipulato l’Accordo per la confluenza di tutti i Fondi pensione interni nel Fondo Pensione di Gruppo da completarsi, fermi i previ passaggi istituzionali e gli aspetti tecnici, nell’anno 2016. Nel medesimo contesto progettuale e nell’ambito della individuazione di opportunità di modifica del corrente sistema rateale, in data 4 dicembre 2015, Azienda e Organizzazioni Sindacali hanno stipulato un ulteriore Accordo, da realizzarsi prima della confluenza anzidetta, per la capitalizzazione delle prestazioni pensionistiche in essere in favore dei pensionati dei Fondi pensione interni"

Noi siamo chiamati a deliberare sulle modifiche statutarie che permettano tale confluenza.

I soggetti iscritti a questi Fondi Pensione Interni, sono,  secondo quanto riportato dal verbale della nostra ultima Segreteria Nazionale,  21  con circa 9955 pensionati e 710 attivi.
Ma questi 9955 pensionati, sono pensionati ben diversi da quelli che sono oggi gli iscritti alla Sezione I° del Fondo di Gruppo, cioè noi.

Semplificando: i 9955 godono di una "rendita", ovvero di un assegno pensionistico che, determinato al momento della maturazione del diritto alla pensione secondo le regole dello specifico Fondo - regole non necessariamente coincidenti con le regole INPS - tale rimane fino alla scomparsa dell'avente diritto (o dell'avente diritto alla reversibilità quando questa sia scattata). Può incrementarsi, ma mai diminuire (in effetti i diversi Fondi Interni possono arrivare a questa "invarianza" attraverso meccanismi diversi, ma il succo è che "la rendita non si tocca").   

Naturalmente il patrimonio di competenza del Fondo Interno deve essere tale da garantire il soddisfacimento delle attese pensionistiche future di tutti gli aventi diritto.
Pertanto, se nel tempo le verifiche attuariali evidenziano una insufficienza di detto patrimonio, lo stesso deve essere integrato a cura della Banca.

E' palese la sostanziale differenza rispetto a quella di noi pensionati della Sezione I° nella quale ogni "deficit" evidenziato dal bilancio tecnico origina un riallineamento al ribasso delle pensioni.

Quindi: nei Fondi Interni ogni rischio finanziario ed attuariale ricade sull'azienda, nella Sezione I° tali rischi ricadono sugli iscritti.

Attuando la confluenza dei Fondi Interni nel Fondo di Gruppo, questa differenza impone di tenere ben distinte le risorse patrimoniali riferibili alle diverse categorie di pensionati che alla fine del processo si ritroveranno insieme.

Ferme ed invariate nella loro disciplina le Sezioni I° e II°, nascono allo scopo due nuove sezioni: la Sezione III° e Sezione IV° .

Della Sezione III° c'è in effetti poco da dire in quanto la stessa identificherà quello che nell'attuale Statuto è definito "Ex Fondo Cassa" ed è riferito alle posizioni degli Ex Bipo-Carire.
L' art. 84 che istituisce la Sezione, è esattamente  come l'art. 83 nello Statuto di oggi (salvo tre parole che meglio individuano il soggetto che può elaborare il bilancio tecnico attuariale).
Quindi la Sezione III° altro non è che la ridenominazione di una "figura" già esistente nello Statuto.  

Il "nuovo" sta invece nella Sezione IV° (art. 85) che accoglierà a fine anno 2016 la posizione di coloro che non si avvarranno della facoltà di capitalizzare la rendita (su questa opzione spenderemo due parole più avanti), insieme a  (modifica art. 70):
b) i contributi versati a partire dal 1° gennaio 2017 dai Partecipanti agli ex Fondi Pensione Interni;
c) i versamenti effettuati dalla Capogruppo a copertura degli eventuali disavanzi evidenziati dai rispettivi bilanci tecnici degli ex Fondi Pensione Interni.

In questa cornice generale, possiamo isolare gli aspetti  che ci riguardano direttamente.

Sotto il profilo patrimoniale, il fatto fondamentale per noi attuali iscritti - in quiescenza o in servizio che sia - è che queste modifiche non toccano la Sezione I° e la Sezione II° (art. 85 comma 3):
La gestione dei patrimoni di cui al comma 2 ( si riferisce ai Patrimoni di competenza dei Fondi Pensione Interni) è effettuata in regime di separatezza rispetto al patrimonio complessivo del Fondo
e che gli obblighi di copertura di eventuali disavanzi degli oramai "ex" Fondi Interni sono in capo alla Capogruppo e non al Fondo di Gruppo (art. 85 comma 6):
Qualora i bilanci tecnici di cui sopra evidenzino disavanzi, la Capogruppo provvede a
coprirli mediante appositi versamenti.

Però, con l'inglobamento nel Fondo della componente economica, vengono necessariamente aggregati al Fondo anche gli iscritti ai Fondi Interni.

Iscritti che vengono ora definiti come (modifica all' art.1):

  • Partecipanti agli ex Fondi Pensione Interni gli appartenenti al Personale delle Aziende del Gruppo iscritti agli ex Fondi Pensione Interni e ancora in essere alla data del 31 dicembre 2016;
  • Pensionati degli ex Fondi Pensione Interni: i beneficiari delle prestazioni degli ex Fondi Pensione Interni e ancora in essere alla data del 31 dicembre 2016;
  • Iscritti agli ex Fondi Pensione Interni:  Partecipanti e  Pensionati insieme.
Come iscritti, costoro acquisiranno la titolarità dell'elettorato attivo, ossia il diritto di partecipare all'Assemblea in qualità di Iscritti (modifica art. 48):
" L’Assemblea è composta dai Partecipanti ante, post e dai Partecipanti agli ex Fondi
Pensione Interni, e dai Pensionati ante e post fruenti di pensione diretta e dai Pensionati
fruenti di pensione diretta degli ex Fondi Pensione Interni".

E questa invece è una novità importante per noi che ci potremmo - nostalgicamente! - chiamare "ex Credito".
Vuol dire che la nostra posizione in seno al Fondo viene annacquata;
vuol dire che anche costoro saranno chiamati annualmente ad approvare il bilancio;
vuol dire che, a partire dalle elezioni del 2019, ci potranno essere altri "gruppi" che si metteranno in competizione con l'Unione per l'elezione dei rappresentanti dei Pensionati nel Consiglio di Amministrazione del Fondo.

Certo ai pensionati degli ex Fondi Interni non interesseranno molto le performance, dato che la loro rendita è blindata, ma sedere in CdA potrà comunque suscitare voglie.
E' un aspetto che non costituisce oggi motivo di preoccupazione, ma è comunque un aspetto su cui ragionare, in Unione, con molta attenzione da qui al 2019.

Un secondo aspetto, più difficile da delineare in questo stadio iniziale del processo di transizione, è l'aspetto della gestione delle risorse che confluiranno alla Sezione IV° del Fondo al 31 dicembre 2016.   

Nel suo intervento alla riunione del "Coordinamento" dell'11 gennaio scorso, il Direttore del Fondo, a domanda specifica, ha risposto che le modalità di gestione del capitale di dotazione degli ex Fondi Interni, dipenderanno dalla consistenza alla data di trasferimento alla Sezione IV°,  e "potranno anche essere utilizzati i sub fondi lussemburghesi".
Che sono gli stessi utilizzati per la gestione delle risorse delle Sezioni I° e II°.

Potrà cambiare qualcosa nella "filosofia" di gestione dei sub fondi?
Oggi, in mancanza di ulteriori elementi, é presto per dire.
Ma si può speculare su ipotesi diverse.

Una, per noi non favorevole, potrebbe essere quella che vede prevalere su altre valutazioni, quella di mantenere blindate e stabili le masse della Sezione IV° per evitare che minusvalenze derivanti dalle fluttuazioni  dei mercati possano far nascere l'obbligo per la Capogruppo di ripianare deficit.
Se, per mantenere in equilibrio il patrimonio di competenza dei singoli ex Fondi Pensione Interni (quindi evitare il pericolo di cui sopra) bastasse un tasso più basso di quel 4,25% che rappresenta oggi il tasso interno di equilibrio del Fondo (Sezione I° + sezione II° per capirci), potrebbe venir attuata una politica gestionale ancora più conservativa di quella odierna, con la conseguenza che:
- i Comparti della Sezione II° performerebbero, rispetto alla concorrenza, ancor peggio di quanto già oggi non succeda (le conseguenze si ribaltano sul montante che gli attivi accumulano),
- la Sezione I° avrebbe maggiori difficoltà ad ottenere quel 5% di rendimento che oggi, con la retrocessione al 70%, rappresenta il livello di equilibrio per le pensioni ( 70% del 5% = 3,5% pari al tasso tecnico già riconosciuto, quindi variazione delle pensioni uguale a zero).

Come detto si tratta di "scenari".
Ma non dobbiamo perderli di vista e seguirne da vicino l'evoluzione.
Sopra tutto non potremo permetterci di ragionare su questi temi solo dopo che altri avranno già tracciato, anche per noi, le soluzioni.

Per gli iscritti alla Sezione II° - gli attivi - gli effetti delle variazioni proposte rispetto alla loro posizione, sono quasi zero. Unico punto che potrebbe toccarli, è quanto si è detto rispetto alla gestione delle nuove risorse attraverso i sub fondi.
Quindi per loro si dovrebbe ritenere scontata l'approvazione.    

Vogliamo chiudere questa lunga carrellata sulle modifiche statutarie che aspettano la nostra approvazione - che noi francamente non vediamo come "pericolose" per la nostra posizione e sulle quali quindi esprimeremo parere favorevole - con un cenno all'offerta di capitalizzazione della rendita di cui si è accennato sopra.

Presente l'obbligo della Capogruppo a ripianare gli eventuali disavanzi evidenziati dai bilanci tecnici degli ex Fondi Pensione Interni, e  presente l'evoluzione demografica e l'allungamento della speranza di vita - negli ultimi 30 anni la speranza di vita a 65 anni dei percettori di rendite si è allungata mediamente dell'1% annuo (qui per saperne di più) - appare chiara la ragione per cui la Banca voglia "chiudere" questo rubinetto potenzialmente sempre aperto, cercando di negoziare la trasformazione della rendita in una somma da pagare, al percettore della stessa, adesso e a saldo di ogni sua pretesa.

Come pagare un debito anticipatamente rispetto alla sua scadenza contrattuale, in cambio di uno sconto.

I dettagli che si apprendono dal verbale della riunione del "coordinamento" dell'11 gennaio scorso, (qui) sono sommariamente i seguenti :
l’offerta rappresenta la somma delle pensioni future, tenendo conto statisticamente per la collettività in esame della presenza di un familiare superstite.
Il calcolo viene effettuato in base alle tavole di mortalità ISTAT 2013 (ultime disponibili) e attualizzato al tasso del 2,42 %.
Il calcolo sarà effettuato alla data del 31 dicembre 2015.
L’offerta di conversione potrà concretarsi solo al raggiungimento del 60% di adesioni da parte degli aventi diritto.
La posizione di coloro che non si avvarranno della facoltà di capitalizzare la rendita sarà trasferita al Fondo di Gruppo.

Su questo argomento non ci dilunghiamo oltre, e lasciamo le valutazioni agli interessati ed alle loro Associazioni.
Buon lavoro!

Come sempre ricordiamo che nella home page trovate i consueti grafici aggiornati con gli ultimi valori disponibili, e, a chi ci segue su Facebook,  chiediamo tanti "mi piace"!

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